11/12/2012, 00.00
BANGLADESH
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Sciopero generale, Dhaka a ferro e fuoco. Due morti e quasi 300 feriti

di Nozrul Islam
L’"hartal" indetto dal partito nazionalista (Bnp) paralizza la capitale del Bangladesh. L’opposizione chiede elezioni anticipate, ma il governo frena. Aumentano le tensioni sociali, fomentate da violenze di matrice politica.

Dhaka (AsiaNews) - Esplosioni, lanci di molotov, automobili bruciate, due morti e quasi 300 feriti: da due giorni Dhaka, capitale del Bangladesh, è paralizzata dall'hartal (sciopero generale) indetto dal Bangladesh Nationalist Party (Bnp), partito nazionalista leader dell'opposizione. Iniziata domenica 9 dicembre, la protesta ha assunto subito connotati violenti: sostenitori del Bnp e dell'Awami League (maggioranza, socialisti) si sono affrontati a colpi di bastoni e machete, costringendo il governo a ordinare la chiusura delle scuole e a dispiegare poliziotti in tutta la città per frenare i disordini. Tra la popolazione il clima è teso, soprattutto dopo l'incendio alla fabbrica di vestiti Tazreen Fashion, costato la vita a oltre 120 persone e centinaia di feriti. Ma fonti locali di AsiaNews notano un complessivo aumento della delinquenza comune, che sempre più spesso - come nel caso dello sciopero generale in corso - accompagna la violenza politica.

Per il Bnp e i 18 partiti a lui legati (tra cui spicca il Jamat-e-Islami, partito islamico) la posta in gioco è il "futuro" del Paese: la formazione nazionalista ha lanciato l'hartal per chiamare elezioni anticipate e formare al più presto un governo provvisorio, che per legge è responsabile di preparare il Paese al voto. Le nuove elezioni generali, infatti, sono previste a gennaio 2014. Tuttavia, l'Awami League di Sheik Hasina vuole annullare la possibilità di creare il governo provvisorio e portare a termine il proprio mandato.

Così, la situazione politica appare in una fase di stallo: il Bnp e l'Awami League non cercano un terreno comune su cui dialogare, al punto che le due leader - Khaleda Zia e Sheik Hasina - non si rivolgono la parola nemmeno durante gli incontri istituzionali. Intanto, episodi di violenza e guerriglia sono all'ordine del giorno, soprattutto tra studenti universitari e nelle aree più rurali. Ma dietro i singoli episodi - per lo più legati a questioni di terre, o provocati da hartal - in molti vedono una matrice più politica, che tenta di scardinare dal basso l'equilibrio sociale fomentando un clima di rivolta.

In questo contesto, è diventato un ritornello il tema della libertà religiosa: entrambe le parti parlano del Bangladesh come di un Paese "tollerante" e "aperto" alle diversità. Eppure, il Bnp continua a rifiutarsi di riconoscere l'esistenza dei gruppi tribali, chiamandoli solo "minoranze". 

 

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