Sciopero generale, Dhaka a ferro e fuoco. Due morti e quasi 300 feriti
Dhaka (AsiaNews) - Esplosioni, lanci di molotov, automobili bruciate, due morti e quasi 300 feriti: da due giorni Dhaka, capitale del Bangladesh, è paralizzata dall'hartal (sciopero generale) indetto dal Bangladesh Nationalist Party (Bnp), partito nazionalista leader dell'opposizione. Iniziata domenica 9 dicembre, la protesta ha assunto subito connotati violenti: sostenitori del Bnp e dell'Awami League (maggioranza, socialisti) si sono affrontati a colpi di bastoni e machete, costringendo il governo a ordinare la chiusura delle scuole e a dispiegare poliziotti in tutta la città per frenare i disordini. Tra la popolazione il clima è teso, soprattutto dopo l'incendio alla fabbrica di vestiti Tazreen Fashion, costato la vita a oltre 120 persone e centinaia di feriti. Ma fonti locali di AsiaNews notano un complessivo aumento della delinquenza comune, che sempre più spesso - come nel caso dello sciopero generale in corso - accompagna la violenza politica.
Per il Bnp e i 18 partiti a lui legati (tra cui spicca il Jamat-e-Islami, partito islamico) la posta in gioco è il "futuro" del Paese: la formazione nazionalista ha lanciato l'hartal per chiamare elezioni anticipate e formare al più presto un governo provvisorio, che per legge è responsabile di preparare il Paese al voto. Le nuove elezioni generali, infatti, sono previste a gennaio 2014. Tuttavia, l'Awami League di Sheik Hasina vuole annullare la possibilità di creare il governo provvisorio e portare a termine il proprio mandato.
Così, la situazione politica appare in una fase di stallo: il Bnp e l'Awami League non cercano un terreno comune su cui dialogare, al punto che le due leader - Khaleda Zia e Sheik Hasina - non si rivolgono la parola nemmeno durante gli incontri istituzionali. Intanto, episodi di violenza e guerriglia sono all'ordine del giorno, soprattutto tra studenti universitari e nelle aree più rurali. Ma dietro i singoli episodi - per lo più legati a questioni di terre, o provocati da hartal - in molti vedono una matrice più politica, che tenta di scardinare dal basso l'equilibrio sociale fomentando un clima di rivolta.
In questo contesto, è diventato un ritornello il tema della libertà religiosa: entrambe le parti parlano del Bangladesh come di un Paese "tollerante" e "aperto" alle diversità. Eppure, il Bnp continua a rifiutarsi di riconoscere l'esistenza dei gruppi tribali, chiamandoli solo "minoranze".