15/09/2007, 00.00
CINA
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Scarcerato giornalista, che aveva rivelato lotte interne al Partito Comunista

Collaboratore del New Yor Times, Zhao Yan ha scontato una condanna di 3 anni per frode, da cui non si è mai potuto difendere in modo appropriato. Era stato arrestato per “avere rivelato segreti di Stato all'estero” in seguito ad un articolo del NYT su lotte interne al Partito Comunista. I legali annunciano che farà appello.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Dopo 3 anni di carcere in Cina è stato liberato stamattina Zhao Yan, 45enne assistente ricercatore per il New York Times. Era stato arrestato nel settembre 2004 con l'accusa di avere rivelato segreti di Stato all'estero. La sua colpa: collaborare a un articolo del quotidiano statunitense, che prevedeva le dimissioni dell'ex presidente Jiang Zemin da capo della Commissione militare centrale del Partito comunista, aprendo la via alla piena presa di potere del presidente Hu Jintao.

Il verdetto aveva provocato forti critiche alla Cina da parte di gruppi internazionali per i diritti umani. Gli Stati Uniti hanno più volte chiesto il rilascio di Zhao, è rimasto detenuto per quasi 2 anni prima di incontrare un giudice. In seguito è caduta l'accusa di violazione del segreto di Stato, ma nell’agosto 2006 è stato poi condannato a 3 anni di detenzione per frode. L’accusa era di avere preso 2.500 dollari Usa nel 2001 da un funzionario statale, sua fonte. Zhao ha sempre negato di essere colpevole e i suoi difensori hanno parlato di un "verdetto senza processo" e di "mancato rispetto della legge penale": non sono stati ammessi testimoni o altre prove presentate dalla difesa, mentre la condanna sarebbe fondata solo sulle dichiarazioni scritte del funzionario e di suoi parenti e amici. Ora i suoi legali fanno sapere che Zhao, anche dopo il rilascio, presenterà un appello, nel tentativo di ripulire il suo nome da quella falsa accusa.

Oggi ad attendere Zhao fuori dal carcere a Pechino, c’erano i suoi colleghi e parenti. La sorella ha detto che è in “buono spirito”, ma che non rilascerà dichiarazioni. Il collaboratore del New York Times ha solo ringraziato tutti coloro che si sono interessati al suo caso.

Zhao è il secondo cittadino cinese che lavora per media esteri ad essere arrestato negli ultimi 3 anni. Nel 2006 Ching Cheong - giornalista di Hong Kong Ching, capo corrispondente per la Cina dello Straits Times, quotidiano di Singapore – è stato condannato senza prove a 5 anni di carcere per "spionaggio a favore di Taiwan".

Secondo il gruppo “Reporter senza frontiere”, sono almeno 35 i giornalisti e 51 i cyber dissidenti in carcere in Cina solo “per aver esercitato il loro diritto all’informazione”.

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