Santa Sede: "Artigiani di pace" i diplomatici algerini uccisi in Iraq
Città del Vaticano (AsiaNews) - Artigiani della pace, che hanno portato il loro contributo al dialogo ed alla ricostruzione dell'Iraq. Così Benedetto XVI definisce oggi i due diplomatici algerini uccisi a Baghdad in un telegramma di cordoglio indirizzato al presidente algerino Abdelaziz Boutefilka. Nel messaggio, a firma del cardinale segretario di Stato, Angelo Sodano, Benedetto XVI rinnova il suo appello a coloro che sono tentati di risolvere i conflitti "con la via delle violenza" perché abbiano "un sussulto di umanità e di giustizia, nel legittimo rispetto delle persone".
"Nessuna morte di uomini - si legge nel telegramma - può essere la soluzione ad una qualsiasi rivendicazione e non può rendere degli assassini partner del dialogo e della pace". Associandosi al dolore delle famiglie, delle autorità e dell'intero popolo algerino, "colpito da questo dramma che tocca anche la comunità internazionale", Benedetto XVI evoca "il coraggio e la fedeltà" dei due uccisi "alla loro missione di artigiani della pace e del negoziato nel Paese" e "il loro aiuto alla ricostruzione". Il Papa "esorta tutti gli uomini di buona volontà ad unirsi per edificare un mondo di fraternità fra i popoli e fra le religioni, affinché le diversità siano occasioni di condivisione e di amicizia" ed infine invoca su tutte le persone "toccate da questo atto odioso, abbondanza di benedizioni divine".
L'ambasciatore algerino Ali Belarousi e il suo collaboratore Azzedin Belkadi sono stati rapiti da un gruppo armato il 21 luglio scorso a Baghdad. Il 27 luglio, un gruppo autodefinito al-Qaeda in Iraq ha comunicato di aver ucciso i due diplomatici per il loro sostegno agli Stati Uniti. "Nessuna sicurezza in Iraq hanno detto - per i nemici di Allah. Vi avevamo avvertito di non allearvi con l'America".
I due algerini erano apparsi in un video il 26 luglio. La loro morte è seguita all'uccisione di un altro diplomatico egiziano. Secondo Baghdad, i terroristi hanno focalizzato la loro lotta contro i diplomatici per bloccare i paesi arabi dal riconoscere il nuovo governo irakeno.