Sangla Hill, si prepara il Natale nella chiesa cattolica distrutta dai musulmani
La comunità sta riparando l'edificio attaccato per potervi celebrare il Natale, ma le tensioni interreligiose rimangono alte. Il 20 dicembre indetta Giornata di solidarietà con i cristiani del villaggio colpito. Arcivescovo di Lahore: se il governo non abroga legge sulla blasfemia chiederemo risarcimenti per gli innocenti condannati.
Sangla Hill (AsiaNews) I cattolici di Sangla Hill, in Pakistan, potranno celebrare il Natale nella loro chiesa riparata dopo l'attacco del 12 novembre da parte di una folla di musulmani fomentati da estremisti. Questi continuano a mantenere alta la tensione nella zona con appelli a punire i cristiani colpevoli di blasfemia. Come segno di solidarietà verso la comunità colpita, il 20 dicembre si terrà una Giornata nazionale di protesta e preghiera.
Il governo del Punjab, dove si trova il villaggio attaccato, si è fatto carico delle spese per la riparazione della chiesa dello Spirito Santo, che verrà riconsegnata al culto il prossimo 22 dicembre. Lo ha annunciato la Commissione nazionale di Giustizia Pace (Ncjp), che informa inoltre dell'invito dell'arcivescovo di Lahore, mons. Lawrence Saldanha, a partecipare il 20 dicembre alla Giornata di protesta e preghiera in solidarietà agli abitanti di Sangla Hill. Oggi a Islamabad, in una conferenza stampa organizzata dalla All Pakistan Minorities Alliance verrà presentata l'iniziativa.
In una lettera firmata da Peter Jacob, presidente della Ncjp, e da mons. Saldanha, si invitano tutte le "persone di buona volontà ad osservare la giornata di protesta pacifica". Il testo ribadisce la necessità di sensibilizzare la popolazione "sugli abusi della legge sulla blasfemia" e chiede di nuovo "concrete azioni per normalizzare la tesa situazione di Sangla Hill". La lettera sottolinea che "il rapporto dell'inchiesta della Corte distrettuale di Nankana Sahib sulle violenze del 12 dicembre non è stato ancora reso pubblico, né gli istigatori della folla puniti". L'inchiesta, che i cristiani volevano fosse condotta dall'Alta Corte, si è chiusa già il 28 novembre scorso.
Viene inoltre apprezzato l'impegno dell'amministrazione locale per la ricostruzione della chiesa danneggiata, ma allo stesso tempo si chiede di annullare il caso contro Yousaf Masih e tutti gli innocenti, cristiani e musulmani, condannati per blasfemia. Masih è ritenuto colpevole di aver dissacrato il Corano; il presunto caso di blasfemia è stato la scintilla che ha innescato gli attacchi contro chiese e proprietà di cristiani nel villaggio. La legge sulla blasfemia prevede la pena di morte per chi dissacra il Corano. Nei fatti il provvedimento è usato per colpire minoranze e sistemare dispute personali.
La Ncjp aggiunge che se il governo non si dimostra pronto ad abrogare al legge sulla blasfemia, verrà chiesto un risarcimento per circa 100 persone accusate di blasfemia e di cui è stata provata l'innocenza.
Mons. Saldanha, anche presidente della Conferenza episcopale del Pakistan, insieme agli altri vescovi del paese, scriverà una lettera al presidente Pervez Musharraf per richiamare l'attenzione del capo di stato sulle tensioni interreligiose nella zona.
A Sangla Hill la comunità musulmana continua a chiedere il rilascio delle 88 persone detenute in relazione all'attacco e la condanna a morte di Masih. Il 9 dicembre durante la preghiera del venerdì alla moschea locale di Jamia, esponenti religiosi islamici hanno minacciato che se il cristiano non verrà punito, daranno il via a una protesta su scala nazionale per l'integrità e l'onore del Corano.