Salva Kiir a Pechino per rilanciare il dialogo con Khartoum
Pechino (AsiaNews/Agenzie) - Il presidente del Sud Sudan Salva Kiir ha iniziato ieri una visita di Stato a Pechino, uno dei maggiori sostenitori del regime sudanese di Omar al-Bashir. Mentre nel Paese africano si continua a combattere per definire i confini dopo la dichiarazione di indipendenza del Sudan meridionale, Kiir spera di ottenere l'aiuto cinese per migliorare i rapporti con Khartoum e soprattutto ottenere fondi per costruire un oleodotto alternativo a quello nelle mani del Sudan settentrionale.
Il Paese africano è ricco di petrolio e gas naturale. La sua conformazione geografica lo condanna però a una continua battaglia per la gestione di questa ricchezza: i pozzi petroliferi sono nel sud, cristiano, mentre le raffinerie e le infrastrutture necessarie all'estrazione e al trasporto del greggio sono nel nord, musulmano. Il 9 luglio scorso Kiir ha dichiarato l'indipendenza: lo scorso 10 aprile le sue truppe hanno occupato Heglig, ricca di petrolio, ma sono state cacciate dall'esercito di al-Bashir.
Il dittatore, sottoposto a un regime di sanzioni dalla comunità internazionale, ha dichiarato: "Non ci saranno negoziati con queste persone. Sono insetti che vanno eliminati. Le trattative le porteremo avanti con armi e proiettili". La questione non è soltanto interna: gli scontri potrebbero portare alla sospensione delle forniture di greggio alla Cina, che lo scorso anno ha comprato circa 12,99 milioni di barili (pari al 5 % delle sue importazioni totali).
Pechino ha un'enorme fame di energia, che le serve per mantenere la produzione industriale ai ritmi attuali. Per questo compra da tutto il mondo e più volte si distacca dal resto della comunità internazionale per fare affari anche con regimi sottoposti a sanzioni dal mondo. Secondo il professor Yin Gang, dell'Accademia cinese delle Scienze sociali, "la disputa fra Juba e Khartoum sarà il centro di questa visita".
Per il docente, che si occupa di affari africani, "Pechino ha la responsabilità di risolvere questa disputa. Ma non andrà molto oltre a un invito al dialogo, perché la divisione del Paese in due non era nei piani cinesi e ha creato molti problemi". Lo scorso gennaio, il Sud Sudan ha interrotto la produzione di greggio dopo aver accusato Khartoum di "rubare": questa mossa ha provocato per la Cina una perdita pari a 260mila barili al giorno di importazione.
03/02/2023 15:56