15/06/2009, 00.00
IRAN
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Sale la tensione a Teheran. "Illegali" le manifestazioni pro-Moussavi

Moussavi, lo sfidante apparentemente sconfitto, invita a una manifestazione questo pomeriggio, proibita dalle autorità. Per due giorni vi sono state dimostrazioni e scontri con la polizia. Almeno 170 arrestati anche fra i politici moderati. Le ambiguità dei risultati. I dubbi di Usa, Germania e Francia. Gli apprezzamenti da Iraq, Afghanistan e Venezuela.

Teheran (AsiaNews/Agenzie) – Un nuovo giorno di proteste di annuncia nella capitale dopo due giorni di scontri con la polizia, seguiti alle dichiarazioni del grande ayatollah Khamenei che assicura la vittoria delle elezioni a Mahmud Ahmadinejad. Nei giorni scorsi vi sono stati arresti e limitazioni a giornalisti, tivù satellitari e internet.

Hossein Mussavi, lo sfidante apparentemente battuto, ha invitato alla protesta con un grande raduno questo pomeriggio nella grande piazza Enghelab (Rivoluzione) e ha invitato a fare raduni anche in altre 20 città. Il suo gruppo ha pure invitato la folla ad andare sui tetti gridando “Allah è grande”, uno slogan che ha dato vita alla rivoluzione khomeinista del 1979. Ma il ministero degli interni ha rifiutato il permesso e la manifestazione è bollata come "illegale".

Secondo il ministero degli Interni i risultati delle elezioni hanno dato la vittoria ad Ahmadinejad con il 62,6% dei voti; a Moussavi sono andati il 33,8%; pochi voti a Mohsen Rezai (1,7) e a Mehdi Kharroubi (0,9).

I sostenitori di Moussavi sostengono che vi siano stati dei brogli e alcuni affermano che ieri sera Moussavi stesso sia andato da Khamenei a chiedere la cancellazione dei risultati elettorali. Analisti sono stupiti dei risultati perché nelle ultime settimane vi era stato un calo di consensi per Ahmadinejad e un a ripresa del moderato Moussavi, spinto anche dalla moglie che aveva polarizzando molto mondo femminile e i giovani.

I dubbi nascono dal fatto che Moussavi ha perso anche in zone di Teheran dove aveva un elettorato forte e perfino nelle regioni azeri, l’etnia a cui egli appartiene. Infine, che il risultato sembri “guidato” emerge anche dal fatto che Khamenei abbia confermato la vittoria di Ahmadinejad prima che i risultati ufficiali venissero resi pubblici. I risultati ufficiali, poi, sono stati divulgati solo attraverso le percentuali e in pochissime ore, non con la conta del numero dei voti.

Nei due giorni scorsi gruppi di manifestanti, fino a duemila, si sono radunati all’università di Teheran e per le strade della capitale cantando slogan a favore di Moussavi, gridando “abbasso la dittatura” e lanciando pietre alla polizia in tenuta anti-sommossa. Queste sono le prime dimostrazioni di dissenso e di scontro da oltre 10 anni. Almeno 170 oppositori sono stati arrestati. Fra di essi, anche alcuni politici che hanno servito sotto il moderato Khatami. Vi sono voci secondo cui lo stesso Moussavi sia agli arresti domiciliari.

Anche i media esteri subiscono violenze. Alcuni reporter sono stati bloccati e arrestati e le loro immagini delle manifestazioni requisite dalla polizia. L’ufficio di Al Arabiya è stato chiuso per una settimana e le trasmissioni satellitari (come quelle della Bbc) sono disturbate; internet funziona in modo saltuario. Anche le reti telefoni che satellitari subiscono interruzioni e i siti web dell’opposizione sono stati oscurati.

Ieri Ahmadinejad ha difeso la sua vittoria alle elezioni davanti a un oceano di folla. “Le elezioni in Iran sono le più pulite – ha detto – Oggi dobbiamo apprezzare il grande trionfo del popolo iraniano contro il fronte unificato dell’arroganza di tutto il mondo e la guerra psicologica lanciata dal nemico”. Egli ha precisato che i dimostranti non sono veri iraniani : “Essi appartengono all’occidente. Essi appartengono a Bush. Noi siamo contro Bush”.

Dubbi sui risultati sono stati espressi da Stati Uniti, Germania e Francia. Il presidente rieletto ha ricevuto invece le congratulazioni da Iraq, Afghanistan e Venezuela.

 

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