Sale il bilancio dei morti a Zhouqu. Rischi di nuove frane
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Sono 1.117 i morti accertati a ieri per la frana di rocce, terra e fango che ha sommerso tre villaggi nella contea di Zhouqu (Gansu), ma almeno altri 627 sono tuttora “dispersi”. Ieri sono stati estratti dalle macerie altri 2 sopravvissuti e continuano le ricerche, anche se con speranze sempre minori.
La pioggia continua a cadere, ostacolando i soccorsi di oltre 7mila militari e medici. Il Centro nazionale meteorologico dice che il pericolo di nuove frane è “relativamente ampio”, in una zona che lo sfruttamento irrazionale del suolo e delle risorse ha reso ad elevato rischio di simili disastri “naturali”. I soldati hanno usato esplosivi per modificare il corso del fiume Bailong e creare un instabile lago, le cui acque possono straripare e inondare di nuovo Zhouqu. Intanto le autorità si affrettano a citare esperti che dichiarano che “non ci sono prove” che la zona è stata resa insicura per la creazione di dighe e lo sfruttamento indiscriminato del territorio, peraltro senza avere esaminato la situazione reale.
La frana ha cancellato interi villaggi come Yueyuancun, Dongjie, Henan Xincun, Beiguang, trascinando via case e persone, sommergendo strade e infrastrutture. A Zhouqu ci sono oltre 1.000 case distrutte e 3mila tuttora allagate. Oltre 45mila persone della contea sono state evacuate e si pone il problema di dove alloggiare in modo stabile gli sfollati. Sono state mandate oltre 7mila tende ma la zona è montuosa e poco adatta a vasti campi, anche perché la pioggia prosegue.
Il clima è caldo è i medici consigliano di cremare al più presto i morti, anche se nella zona ci sono molti buddisti tibetani che usano seppellire le salme. Intanto esplode una polemica persino per le cremazioni: i locali protestano che per la cremazione ci vogliono 1.000 yuan, un costo eccessivo dato che il governo ha finora promesso aiuti per soli 8mila yuan a famiglia.