Sale ancora il numero dei morti per il “piccolo tsunami” della diga
di Mathias Hariyadi
Si scava ancora per trovare i dispersi. Oltre 300 case spazzate via da un’ondata di 21milioni di metri cubi d’acqua; 1500 persone rimaste senza tetto. L’amministrazione locale ed il governo centrale si rimpallano le responsabilità.
Jakarta (AsiaNews) - Proseguono i lavori di ricerca nella speranza di trovare le oltre 100 persone disperse nel crollo della diga di Situ Gintung, nei pressi di Tangerang, periferia sud-ovest di Jakarta, avvenuto il 27 marzo. Le vittime accertate sino ad oggi sono 99: si tratta soprattutto di donne, bambini e anziani, ma il numero dei morti è destinato ad aumentare mentre altri corpi non identificati continuano a essere ritrovati tra le macerie.
L’ondata che venerdì scorso si è abbattuta sulla zona ha rovesciato 21 milioni di metri cubi di acqua e fango trascinando via 300 case, allegandone altre 200 e lasciando oltre 1500 persone senza un tetto. Molte delle vittime la hanno definita un “piccolo tsunami”.
La diga di Situ Gintung è stata costruita nel 1930 durante il periodo coloniale olandese. In origine il bacino copriva una superficie di 31 ettari, ma negli ultimi anni è stato ridotto a 21 ettari per il rapido aumento delle case edificate sulle sponde della diga e nell’area immediatamente circostante.
Con l’intero Paese alle prese con la campagna per le elezioni legislative del 9 aprile, il disastro della diga è diventato anche una questione politica, da risolvere ancor prima dell’emergenza. Diversi politici hanno criticato in pubblico il governo locale per le negligenze commesse nella manutenzione della diga.
Nel mezzo della pressione montante verso l’amministrazione di Tangerang e del governo provinciale di Banten, Pitoyo Subandrio, responsabile della diga, ha affermato le necessità di iniziare ad ammettere le responsabilità nella vicenda: “Sono pronto a dimettermi, - ha detto - se l’errore [che ha causato la tragedia] è legato alle mie responsabilità”
Il Ciliwung ed il Cisadane sono due grossi fiumi che scorrono nell’amministrazione di Jakarta e Tangerang. Subandrio ha la responsabilità dell’agenzia che gestisce le 10 dighe costruite lungo il corso dei due fiumi nei due distretti.
La polizia non ha ancora avanzato sospetti sulla responsabilità del disastro, ma l’opinione pubblica è concorde nel indicare in Subandrio il principale indiziato e con lui l’agenzia di controllo, colpevole di non aver monitorato le reali condizioni della diga di Situ Gintung.
Fonti interne alla polizia affermano che tra le responsabilità di Subandrio c’è anche quella di non aver avvisato gli abitanti della zona sui possibili rischi di crollo delle pareti della diga che erano già emersi negli anni addietro.
Nonostante la disponibilità di Subandrio a dimettersi, il presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono ha affermato che il crollo della diga è da considerarsi un semplice disastro naturale dovuto alle forti piogge cadute nei gironi precedenti al 27 marzo.
Individuare i responsabili della tragedia non è semplice. Da quando l’Indonesia ha adottato il sistema di autonomia regionale (1999) non è più chiaro se la diga di Situ Gintung Dam sia rimasta sotto l’amministrazione del governo centrale rappresentato dall’Agenzia che controlla il corso dei fiumi Cisadane e Ciliwung Agency. “Il problema è tecnico - afferma Budi Widiantoro, capo della Jakarta’s Public Works Agency - il Situ Gintung si trova nell’amministrazione di Tangerang che è sotto l’autorità di Jakarta”.
Widiantoro afferma che lo scorso anno il governo centrale ha destinato 1,5 miliardi di rupie (pari a circa 130 mila dollari) per mantenere e migliorare il bacino. Arbi Sanit, analista politico, punta l’indice contro le amministrazioni di Tangerang e Banten indicandole come principali responsabili delle negligenza che ha portato alla tragedia.
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