07/11/2013, 00.00
VIETNAM
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Saigon: l’opera dei cattolici per i malati di Hiv/Aids, discriminati da famiglie e società

di Nguyen Hung
I casi di sieropositivi e malati conclamati sono in continuo aumento, in particolare nelle province del nord. Ad oggi vi sono oltre 213mila le persone affette, vittima di isolamento sociale e ostracismo in famiglia. Grazie all’impulso del cardinale Phạm Minh Mẫn nell’arcidiocesi di Ho Chi Minh City attivi programmi di sostegno e aiuto, che accolgono cristiani e non.

Ho Chi Minh City (AsiaNews) - Discriminazione, isolamento e ostracismo dalle famiglie e dalla società colpiscono con sempre maggiore frequenza i malati di Hiv/Aids in Vietnam, un fenomeno in continua crescita che registra almeno 29 nuovo casi ogni giorno. L'ufficio centrale di statistica per la cura e la prevenzione dell'Hiv/Aids riferisce che, ad oggi, vi sono 213.413 persone malate, di cui 63.373 affetti da Aids conclamata mentre i decessi hanno toccato quota 65.133. In particolare, si registrano sempre più caso nelle province settentrionali del Paese con una maggiore incidenza a Dien Bien Phu che vanta il triste primato; il numero dei sieropositivi è di 980 ogni 100mila. Aumentano i malati anche nelle due principali città, Hanoi e Ho Chi Minh City, dove si fa sempre più fatica a controllarne la diffusione.  

Un operatore sociale di Saigon interpellato da AsiaNews riferisce (dietro anonimato) che i programmi su scala nazionale approntati dal governo sono solo un rimedio "temporaneo". I sanitari non dispongono di una "metodologia" adeguata di lavoro con i sieropositivi e "mancano competenze e capacità" per approntare un programma efficace di intervento. Ad acuire il problema vi è anche una crescente "indifferenza" da parte della società civile verso la malattia e le persone affette, nel contesto di una società "consumista" che guarda solo al benessere e alla ricchezza.

In un quadro dalle tinte sempre più fosche, si distingue l'opera dei cattolici - sacerdoti, suore, laici - dell'arcidiocesi di Saigon, da tempo attenti al problema e attivi fin dal 2004 nel fornire sostegno medico e psicologico ai malati e ai loro familiari. Fondatore del programma di assistenza e aiuto il cardinale Jean-Baptiste Phạm Minh Mẫn, che partito dall'arcidiocesi di Ho Chi Minh City si è allargato nel tempo ad altre province della zona.

Tre giovani malate raccontano ad AsiaNews che "all'inizio abbiamo tenuto segreta la malattia" e "non abbiamo raccontato nulla ai familiari". In seguito il desiderio di dire la verità, in cerca di sostegno e aiuto, cui è seguita invece una crescente forma di isolamento. "Da che abbiamo raccontato la verità - aggiungono - non ci hanno più permesso di dormire a casa, di mangiare con loro, di usare il bagno". Esse hanno trovato rifugio e accoglienza all'arcidiocesi di Saigon, che li ha inseriti nel programma di assistenza ai sieropositivi.

Un giovane racconta il conforto e il senso di accoglienza che si riceve anche solo ascoltando una messa, pregando "per i nostri amici che se ne sono già andati". Al termine di una di queste funzioni, AsiaNews ha incontrato p. Paul, rappresentante della Comitato pastorale diocesano per la cura dei malati di Hiv/Aids. "Abbiamo in cantiere diverse attività - spiega - per la cura e il sostegno dei pazienti. [... vogliamo] alleviare le loro sofferenze, sia fisiche che mentali. Essi possono così sentire un po' di pace e felicità in Dio, siano essi cattolici o non" .

 

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