26/02/2014, 00.00
VIETNAM

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Saigon, la “minestra di Madre Teresa” per i malati di tumore

di TT
Caritas, volontari e parrocchie promuovono iniziative concrete in aiuto dei pazienti e dei loro familiari. Da tre anni un’associazione fornisce un pasto caldo e assistenza quotidiana a chi soffre. L’opera dei cristiani abbraccia anche i fedeli di altre religioni. Una buddista spiega: l’opera dei volontari è fonte di “consolazione e conforto” per il padre malato.

Ho Chi Minh City (AsiaNews) - "La solidarietà cristiana deve trovare attuazione concreta nella realtà [...] e le attività di caritativa devono coinvolgere cattolici e non". Con questo spirito, da anni la Caritas e i volontari dell'arcidiocesi di Ho Chi Minh promuovono progetti a favore dei malati di cancro nel sud del Vietnam. Fra le molte iniziative, vi è quella dell'Associazione delle madri cattoliche della parrocchia di Thanh Đa chiamata "Un piatto di minestra di Madre Teresa"; attivo dal luglio 2011, il progetto prevede la preparazione e la distribuzione di cibo - un piatto di minestra - per i pazienti e i loro familiari. Joseph Thi, capo del Comitato pastorale della parrocchia di Thanh Đa, definisce queste donne una "benedizione del Cielo", perché svolgono un lavoro fondamentale in un contesto sociale e sanitario difficile.

In poco meno di tre anni l'Associazione ha distribuito un piatto di minestra a 17.400 persone, per una spesa totale di 15.560 dollari. Agli inizi, il progetto prevedeva la preparazione di due pasti caldi al mese, i quali venivano distribuiti a circa 200 persone. Oggi sono più di 500 i malati che possono ricevere regolare assistenza dai volontari cattolici e la varietà di piatti si è arricchita con spaghetti di grano, noodles, pane e latte per aumentare l'appetito, favorire il recupero fisico e la resistenza dei malati. 

Ogni anno in Vietnam si registrano 150mila nuovi casi di tumore; il numero dei morti ha raggiunto quota 75mila. La forma più diffusa negli uomini è il cancro ai polmoni, seguito dal fegato e dal colon. Fra le donne, al primo posto il tumore al seno, poi stomaco e utero. Fra le cause principali della diffusione delle malattie, l'80% dei casi sono imputabili a fattori esterni, il primo dei quali è la dipendenza dal tabacco. Vi sono poi cattive abitudini alimentari, una dieta troppo grassa, scarsa di fibre e la mancanza di esercizio. A questo si aggiungono prodotti contaminati - in particolare i cibi - provenienti dalla Cina, trafficati da commercianti senza scrupoli che non esitano a mettere in circolazione prodotti contenenti sostanze chimiche o additivi pur di arricchirsi. 

Fra i centri all'avanguardia per il trattamento dei malati c'è l'Istituto dei tumori di Ho Chi Minh City, che ha una capacità superiore ai 1500 posti letto. È una realtà "unica" per la sanità locale, racconta Joseph Thi, e accoglie persone provenienti da tutte le 10 province del sud del Vietnam. Ogni anno circa 800mila persone varcano la soglia dell'istituto per la cura delle varie patologie neoplastiche, "la maggior parte delle quali provengono da zone remote, fra mille difficoltà quotidiane". 

Le attività caritative della parrocchia di Thanh Đa sono aperte anche a fedeli di altre religioni e sono diventate "una consolazione" per i malati, come racconta una donna buddista il cui padre malato "trova conforto" nel parlare con i cattolici. "Veniamo dalla provincia - racconta - e non abbiamo cibo né denaro. Riceviamo un piatto di minestra calda e incoraggiamenti, per godere al meglio degli ultimi giorni di vita di nostro padre. Questa è la nostra spiritualità, ha un grande valore ed è carica di significato". 

Oggi in Vietnam, con una popolazione di circa 87 milioni di persone, i buddisti sono il 48%; i cattolici poco più del 7%, seguiti dai Sincretisti al 5,6%; infine, vi è un 20% circa che si dichiara ateo. Pur essendo una minoranza (sebbene significativa), la comunità cristiana è attiva in particolare nei settori dell'educazione, sanità e sociale. Di contro, la libertà religiosa è in costante diminuzione: l'introduzione del Decreto 92 ha imposto, di fatto, maggiori controlli e restrizioni alla pratica del culto, che è sempre più vincolata ai dettami e alle direttive del governo e del Partito unico comunista.

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