Saga di Chongqing: processo a poliziotti e a Wang Lijun. Silenzio su Bo Xilai
Hefei (AsiaNews) - Si è aperto oggi il processo contro quattro poliziotti, accusati di aver nascosto l'assassinio di Neil Heywood, ad opera di Gu Kailai (a sin. e a destra nella foto), la moglie dell'ex boss di Chongqing, Bo Xilai. Il loro processo avviene subito dopo quello della donna, conclusosi ieri in sei ore, il cui verdetto sarà pubblicato a breve.
Secondo fonti del South China Morning Post in questi giorni vi sarà anche il processo contro Wang Lijun, ex braccio destro di Bo, colpevole di "tradimento" per essersi rifugiato nel consolato Usa di Chengdu, temendo per la sua vita, dopo aver scoperto che Heywood era stato assassinato. Nessuno però parla o accusa Bo Xilai, silurato dal suo posto di segretario del Partito di Chongqing, fermato nella sua scalata al potere del Politburo, ma per ora solo sotto inchiesta per alcune vaghe "irregolarità disciplinari".
I quattro poliziotti vengono anch'essi processati nell'Anhui a Hefei, stessa città dove è avvenuto il processo a Gu Kailai, famosa per la sua obbedienza al potere centrale e lontana dall'influenza della rete amica di Bo a Chongqing. Essi sono: Guo Weiguo, vicecapo della polizia di Chongqing; Li Yang, ex capo della squadra investigativa criminale; Wang Pengfei e Wang Zhi, responsabili di alcuni distretti della megalopoli. Tutti sono accusati di aver tentato di proteggere Gu "dall'essere perseguita per le sue responsabilità criminali".
Da parte sua, Gu Kailai ieri non ha contestato le accuse di omicidio, e anzi ha collaborato in precedenza rivelando nomi di altre persone implicate. Ciò le permetterà di avere una sentenza più clemente e diversi avvocati pensano che sfuggirà alla pena di morte e riceverà solo 10-15 anni di prigione.
Al processo celebratosi ieri erano presenti solo giornalisti scelti fra le testate statali. Gli altri hanno dovuto accontentarsi del racconto fatto da personale incaricato. Secondo tale racconto, lo scorso novembre Gu Kailai ha fatto visita a Nei Heywood nel Nanshan Lijing Holiday Hotel e ha bevuto con lui alcol e tè. Ubriacatosi, Heywood ha vomitato e ha chiesto un bicchiere d'acqua. Gu glielo ha porto, ma era un veleno portato dal suo inserviente Zhang Xiaojun.
Heywood aveva minacciato di rivelare al pubblico i traffici economici illeciti fatti insieme e che avevano arricchito la famiglia di Gu e Bo. Eppure al processo mai una volta è stato pronunciato il nome di Bo Xilai.
È probabile che il silenzio su Bo domini anche al processo contro Wang Lijun, che si celebrerà a Chengdu fra qualche giorno. Wang è stato stretto collaboratore di Bo nella sua campagna neomaoista, fatta di gesti populisti, revival di canti e fermezza contro triadi e quadri corrotti. Lo scorso febbraio - si dice per aver scoperto che Heywood era stato assassinato - si è rifugiato nel consolato americano a Chengdu per chiedere lo status di rifugiato politico. Non avendolo ottenuto, è stato arrestato e portato via dalla polizia.
Egli è accusato di "tradimento" per aver cercato di fuggire dal Paese e per questo rischia la condanna a morte. Ma anche lui ha collaborato durante le inchieste e forse riceverà una pena meno pesante.
Rimane la questione di cosa avverrà a Bo Xilai. Figlio di uno dei gradi rivoluzionari, della stirpe dei "principini", ricchi e potenti grazie alla loro discendenza, egli è stato emarginato nella lotta di potere per il controllo del Politburo, che dovrebbe essere rinnovato quasi al completo in autunno.
Diversi analisti indicano nella saga di Chongqing un segno della lotta interna al Partito. Ieri, mentre la corte si riuniva per giudicare Gu Kailai, alcuni sostenitori di Bo hanno manifestato contro quello che essi definiscono un processo truccato e già confezionato in precedenza. La polizia li ha presi e allontanati.
Rimane il fatto che il Partito - al suo minimo storico come credibilità - teme che scavando nella vita di Bo emerga il marcio di una classe politica che si è arricchita in modo superlativo a spese della popolazione. Per questo le notizie dei processi sono controllati; i commenti sui blog sono oscurati; i giornali nazionali danno solo il resoconto ufficiale del processo diffuso dalla Xinhua. Tutto deve finire in fretta per poter celebrare in autunno la gonfia retorica del 18mo Congresso del partito comunista cinese.