L'arcivescovo di Colombo ha ottenuto il rilascio rivolgendosi direttamente al presidente Rajapaksa. I sacerdoti cattolici sono 5. I religiosi indù e le loro famiglie raggiungeranno località sparse tra Trincomalee, Jaffna e Batticaloa e sarà al Chiesa ad occuparsi del loro reinsediamento.
Colombo (AsiaNews) - Il governo di Colombo ha rilasciato 5 sacerdoti cattolici e 177 religiosi indù, con le rispettive famiglie, rinchiusi nei campi profughi di Vavuniya e Cheddikulam. La liberazione è avvenuta nella mattinata del 26 agosto ed è stata possibile grazie all’intervento di mons. Malcolm Ranjith, arcivescovo di Colombo, che si è rivolto direttamente al presidente Mahinda Rajapaksa.
K. Thievendirajah, responsabile della Caritas Sedec dello Sri Lanka presente all’evento, ha raccontato ad AsiaNews il clima di euforia dei profughi rilasciati: “I religiosi indù erano contenti non solo per la liberazione, ma anche perché da ora potranno vivere insieme con le loro famiglie e muoversi liberamente”. Thievendirajah ha poi aggiunto: “Tutti ci hanno raccontato le sofferenze patite senza cibo e libertà. I preti sono molto felici perché - ci hanno detto - ora possono di nuovo parlare, lavorare, incontrare e servire il popolo”.
I religiosi indù e le loro famiglie, 573 persone in tutto, raggiungeranno ora varie località sparse tra Trincomalee, Jaffna e Batticaloa e sarà al Chiesa ad occuparsi del loro reinsediamento. I cinque sacerdoti faranno invece ritorno nelle loro diocesi di provenienza: Mannar e Jaffna. Essi sono p. Francis Jude Gananaraj Croos, p. Edward Selvaraja Mariyathas, p. Alfred Vijayakamalan, p. Anthonipillai Anton Amalraj e p. Arulanentham Anton Steephan.
Al momento della liberazione, avvenuta presso il campo l’Air force camp di Vavuniya, erano presenti rappresentanti del governo di Colombo, della Chiesa e della comunità indù dell’isola. Tra le autorità c’erano i ministri Pandu Bandaranayake, Rishard Bathiudeen e Sarath Gunarathna oltre a Basil Rajapaksa, fratello e consigliere personale del presidente. Tra i religiosi erano presenti alcuni rappresentanti della All Ceylon hindu Congress oltre a mons. Rayappu Joseph, vescovo di Mannar, p.George Sigamony, direttore del Social and Economic Training Institute di Kandy (Setik), e p. Damian Fernando, direttore della Caritas Sedec, in rappresentanza dell’arcivescovo di Colombo.
I campi profughi sono stati allestiti con la fine del conflitto tra l'esercito e le Tigri tamil avvenuta in maggio. Essi ospitano circa 280 mila persone e solo i militari hanno libero accesso alla zona. L'Onu, la Chiesa e le organizzazioni umanitarie locali da tempo denunciano le drammatiche condizioni di vita in cui sono costretti a vivere i profughi. Nonostante le assicurazioni del governo, non è ancora chiaro quando i rifugiati tamil potranno fare ritorno nei loro villaggi di origine nel nord del Paese.