Rottura tra Siria ed Iraq: ritirati i rispettivi ambasciatori
Baghdad (AsiaNews/Agenzie) - Crisi diplomatica tra Iraq e Siria che ritirano i rispettivi ambasciatori. Baghdad accusa Damasco di ospitare terroristi implicati negli attentati del 19 agosto ai ministeri degli Esteri e delle Finanze nella capitale irachena. Gli attentati fra i più violenti in questi ultimi anni, che hanno causato 95 morti e più di 500 feriti.
Il governo guidato dal premier Nuri al Maliki ha chiesto a Damasco di estradare due iracheni “direttamente collegati” agli attentati: Mohammed Yunis al-Ahmed e Sattam Farhan. I due vivono in Siria e sono esponenti di spicco dell’ex partito Ba’ath. Farhan è stato citato in tv come mandante delle bombe da un ex poliziotto iracheno, coinvolto nell’attentato al Ministero delle finanze.
Ali al-Dabbagh, portavoce del governo iracheno, dando l’annuncio del rientro in patria dell’ambasciatore di Baghdad ha chiesto alla Siria di consegnare pure “tutte le persone ricercate per crimini di omicidio e distruzione commessi contro il popolo iracheno” ed espellere “le organizzazioni terroristiche che usano la Siria come quartier generale e rampa di lancio per pianificare operazioni terroristiche contro il popolo iracheno”.
Le affermazioni di Baghdad e la decisione di richiamare l’ambasciatore hanno suscitato la pronta reazione di Damasco che ha subito ritirato il suo inviato. Tramite un comunicato affidato all’agenzia di stato Sana, il governo di Bashar Assad respinge ogni accusa di coinvolgimento nelle bombe del 19 e di protezione a terroristi implicati negli attentati in Iraq.
La rottura tra i due Paesi arabi, per ora temporanea, giunge a poco meno di tre anni dalla ripresa dei rapporti diplomatici avvenuta nel 2006, dopo 20 anni di gelo.