Rostov, su pressione degli ortodossi, negato il permesso per una chiesa ai pentecostali
di Nina Achmatova
La chiesa di Cristo Salvatore doveva sorgere nel villaggio cosacco di Veshenskaia. L’avvocato dei pentecostali: Sono bastate 20 firme degli ortodossi contro una popolazione di 10 mila persone. I protestanti accusati di essere “corruttori morali”.
Mosca (AsiaNews) – Discriminazioni e limitazioni nel diritto della libertà religiosa continuano a colpire le minoranze in Russia. Non solo i Testimoni di Geova, anche gli evangelici pentecostali vivono un momento di difficoltà, legato alla crescita dell’influsso della Chiesa russo-ortodossa nel Paese. A denunciarlo è lo Slavic Legal Center, in un’intervista all’avvocato Inna Zabrebina, dopo che l’amministrazione di Sholokhov, nella provincia di Rostov, lo scorso 23 giugno ha negato il permesso di costruire un luogo di culto alla chiesa “Cristo Salvatore” degli evangelici pentecostali nel villaggio cosacco di Veshenskaia. Le autorità hanno deciso in base all’appello di un gruppo di ortodossi guidati dall’arciprete Vladimir Poliakov, che chiedeva di vietare la costruzione perché “non c’è bisogno di altre chiese”.
Secondo l’avvocato Zabrebina, però, le autorità locali hanno agito in modo illegale: “Indubbiamente si deve tenere presente l’opinione degli abitanti della zona, ma il rifiuto doveva essere motivato su basi legislative, non su quella di un semplice ‘disappunto pubblico’ espresso da appena 20 firme di fedeli della religione di maggioranza, su una popolazione totale di 10mila persone. In precedenza non si erano mai verificati casi di lamentele contro la chiesa di “Cristo Salvatore”, che ha acquistato il suo appezzamento di terra - adibito anche alla costruzione di luoghi di culto - in modo regolare.
“La decisione di negare il permesso di edificazione agli evangelici – spiega l’avvocato – è stato preso a favore di un’altra organizzazione religiosa e soprattutto sulla base di un documento firmato da un prete ortodosso che usa toni offensivi contro i protestanti, definendoli ‘corruttori morali’, questo è vietato dalla Costituzione federale che sancisce l’uguaglianza di tutte le associazioni religiose davanti alla legge e garantisce la libertà religiosa e di coscienza”.
Su queste tematiche – denuncia il legale – i burocrati russi violano spesso la legge o perfino la ignorano, molte volte senza neppure sapere di agire nell’illegalità.
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