Riyadh, polizia distrugge tempio indù "clandestino" e arresta 3 fedeli
Riyadh (AsiaNews/Agenzie) La polizia religiosa saudita ha distrutto un tempio indù "clandestino" arrestando tre fedeli che si trovavano sul posto. Lo riferisce il quotidiano arabo Al-Hayat, affermando che il fatto è avvenuto martedì scorso in un antico quartiere di Riyadh.
Alcuni agenti della Muttawa (la polizia islamica, conosciuta anche come "Commissione per la promozione della virtù e la prevenzione del vizio") si sono imbattuti in una stanza trasformata in tempio indù mentre perquisivano appartamenti privati sospettati di essere usati per la fabbricazione clandestina di alcolici e la distribuzione di video pornografici.
Il custode dell'edificio, trovato nella stanza adibita a empio, ha ignorato l'ordine dei poliziotti di interrompere le sue pratiche cultuali: in seguito è stato arrestato insieme ad altri due uomini sopraggiunti sul posto.
Non è stata resa nota la nazionalità dei 3 arrestati, ma si presume che vista l'impossibilità di cambiare religione per i cittadini sauditi si tratti di stranieri. In Arabia su 23 milioni di abitanti ci sono 8 milioni e 800 mila stranieri, residenti nel regno arabo per motivi di lavoro. Le comunità di immigrati più consistenti sono quelle di Bangladesh, India e Pakistan (da 1 a 1,5 milioni di persone).
In Arabia Saudita - stato governato secondo l'islam wahabita, una delle correnti islamiche più fondamentaliste - non è permesso praticare in modo pubblico nessuna religione diversa da quella musulmana, né costruire templi o chiese. Non esiste libertà religiosa, sebbene negli ultimi anni le autorità permettono ai seguaci di altre religioni la pratica in privato. La Muttawa continua però ad arrestare i non musulmani anche nelle loro case dove si riuniscono per pregare.
Nei giorni scorsi la Commissione Usa per la libertà religiosa nel mondo (USCIRF) ha chiesto al governo americano di imporre sanzioni al regno saudita per la sistematica violazione dei diritti religiosi fondamentali compiuta dalle autorità statali.
Per la prima volta lo scorso anno il Rapporto sulla libertà religiosa del mondo pubblicato dal Dipartimento di stato americano definiva l'Arabia Saudita (tradizionale alleato degli Usa) "paese di particolare preoccupazione" riguardo al rispetto della libera professione di culto. (LF)