Ritorna la Rivoluzione Culturale: vescovi cinesi imprigionati o ricercati come criminali
di Bernardo Cervellera
Associazione patriottica e governo vogliono forzare i pastori a partecipare all'imminente Assemblea dei rappresentanti cattolici, un organismo contrario alla fede cattolica. Un vescovo è scomparso e ricercato come "pericoloso criminale"; un altro è stato rapito dall'episcopio dove era stato condotto e difeso dai fedeli dopo giorni di isolamento.
Roma (AsiaNews) – Fonti di AsiaNews affermano che il vescovo ufficiale di Hengshui è stato prelevato di forza dall’episcopio e portato dalla polizia in un domicilio in isolamento. La polizia ha messo per ore sotto assedio l’abitazione del prelato, lottando contro fedeli e sacerdoti che facevano muro, per difendere la libertà del loro vescovo.
Un altro vescovo, di Cangzhou, è scomparso e la polizia ha minacciato la diocesi: o ritorna nelle mani delle forze dell’ordine, o essi diramano un ordine di cattura in tutta la Cina additandolo come un “pericoloso criminale ricercato”.
Con uno stile che ricorda il periodo della Rivoluzione Culturale, questi fatti sono avvenuti oggi.
Tutto è dovuto all’imminente Assemblea dei rappresentanti cattolici cinesi, in cui l’Associazione patriottica vuole costringere i vescovi cinesi ufficiali a parteciparvi per eleggere i presidenti dell’AP e del Consiglio dei Vescovi, due organismi che il papa definisce contrari alla fede cattolica, perché miranti a creare una Chiesa indipendente da Roma. L'Assemblea sarebbe fissata per domani 7 dicembre.
Per convocarne almeno qualcuno, l’Ap ha messo agli arresti domiciliari alcuni dei vescovi che hanno partecipato all’ordinazione illecita di Chengde, lo scorso 20 novembre. Per quella occasione, otto vescovi erano stati sequestrati e obbligati a partecipare alla cerimonia, condannata dalla Santa Sede come “una grave violazione alla libertà religiosa”.
Da dopo l’ordinazione illecita, mons. Feng Xinmao di Hengshui era stato costretto a vivere in isolamento, senza poter vedere alcun fedele, sotto il controllo della polizia. In questi giorni è morto un sacerdote molto anziano e lui ha chiesto di poter almeno celebrare i funerali. Dopo molte resistenze della polizia, e la minaccia di attuare uno sciopero della fame, gli è stato concesso di presiedere alla messa funebre. Alla fine delle esequie i fedeli e i suoi sacerdoti lo hanno preso e portato nell’episcopio, da dove mancava da quasi un mese e si sono messi a guardia del loro vescovo perché non venisse ancora portato in isolamento.
La polizia ha assediato l’episcopio e dopo diverse ore è riuscito a prendere il vescovo e riportarlo in prigione.
L’altro episodio riguarda il vescovo mons. Li Lianggui di Cangzhou. Dopo l’ordinazione illecita, il prelato è scomparso, forse perché non vuole di nuovo essere costretto a partecipare all’Assemblea dei rappresentanti cattolici cinesi. La polizia, dopo averlo ricercato nel territorio diocesano, ha minacciato tutti i fedeli: o il vescovo ritorna sotto il loro controllo, o diramerà un ordine di cattura in tutta la Cina, additandolo come “un pericoloso criminale ricercato”.
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