Rissa tra seguaci di Aoun e Gemayel, mentre Sfeir parla di dialogo
Il patriarca maronita ammonisce sulla “rovina” che attende “ogni forza, partito, comunità o gruppo che si divide”. Il ministro francese Kouchner afferma: ““bisogna fare pressione perché Siria e Iran, non possano esercitare un’influenza che porterebbe verso la guerra”.
Beirut (AsiaNews) – Scontri tra cristiani, ieri sera a Beirut, malgrado il patriarca maronita, Nasrallah Sfeir, continui a chiedere dialogo e ricerca di accordo. Intanto non sembra aver raggiunto obiettivi significativi il ministro degli esteri francese, Bernard Kouchner che ieri ha lasciato Beirut, dove è giunto il suo collega spagnolo Miguel Angel Moratinos, ed è volato in Egitto.
Conferma delle preoccupazioni più volte espresse dal patriarca Sfeir e segno della tensione che continua a crescere sono stati gli scontri, avvenuti ieri sera nella zona nordorientale di Beirut, tra seguaci di Amin Gemayel e di Michel Aoun, entrambi cristiani. Si è trattato di una rissa a calci e bastonate che non ha avuto conseguenza gravi grazie anche all’intervento dell’esercito, che ha disperso i contendenti. All’origine del confronto tra i due gruppi, il seggio di Metn, ove era deputato Pierre Gemayel, figlio dell’ex presidente Amin, ucciso il 21 novembre dell’anno scorso, e per il quale ha deciso di correre anche Aoun con i suoi alleati, in opposizione proprio ad Amin Gemayel.
Appena poche ore prima dello scontro, il card. Sfeir aveva chiesto ai contendenti di ridurre la tensione, invocando unità in tempo di crisi ed il “rispetto per le tradizioni”. Il patriarca è anche sembrato voler chiedere ad Aoun di fare un passo indietro. Riferendosi infatti al fatto che il voto è conseguenza di un assassinio, il patriarca ha osservato che “in circostanze normali le elezioni sono parte intrinseca del sistema democratico”, ma “i libanesi hanno preso l’abitudine, di fronte a circostanze tragiche, di far passare le considerazioni umane prima dei legittimi diritti, di superare la competizione personale e le considerazioni di parte, per lasciare via libera alla misericordia ed alla fratellanza, soprattutto se la persona scomparsa è stata vittima di un orribile attentato”.
Ma il punto centrale del suo intervento, il card. Sfeir l’ha dedicato alle divisioni interne alla “casa” ed alla “famiglia”, ossia al Paese e in particolare alla comunità cristiana. “Ogni dimora che si divide – ha detto – va in rovina”. “La sorte di ogni forza, partito, comunità o gruppo che si divide sarà la distruzione, lo smembramento e l’annientamento. Dobbiamo impararlo e mettere fine a queste divisioni che si aggravano, se proseguiranno allo stesso ritmo”.
Sul piano politico, infine, Kouchner, dal Cairo dove ha incontrato il suo omologo egiziano Ahmad Abul Gheit ed il segretario dela Lega araba, AmrMoussa, ha definito “difficile” e “complicata” la situazione libanese. “Con le influenze esterne – ha aggiunto – diviene una delle più difficili al mondo” Ed a proposito di influenze esterne, il ministro francese ha aggiunto: “bisogna fare pressione perché i vicini, cioè, siamo chiari, la Siria e l’Iran, non possano esercitare un’influenza che porterebbe verso la guerra”.
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