Rischiano la pena di morte i responsabili per il latte “alla melamina”
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Rischia la pena di morte Tian Wenhua, ex presidente della ditta casearia Sanlu, nel processo che inizia il 31 dicembre per lo scandalo del latte alla melamina che ha causato gravi problemi ai reni a circa 290mila neonati e ne ha uccisi almeno 6. Ma le vittime sono più preoccupate perché, dopo il fallimento della Sanlu il 24 dicembre, hanno scarse possibilità di risarcimento.
Ieri a Shijiazhuang (Hebei), dove la Sanlu ha sede, è già iniziato il processo contro 6 tra dirigenti e fornitori della ditta. Tian e chiunque sia ritenuto responsabile per la morte dei neonati possono ricevere condanne all’ergastolo o alla pena di morte. Nel latte in polvere per neonati era aggiunta melamina, sostanza tossica che lo fa sembrare ricco di nutrimento. La ditta casearia ha finora accusato i fornitori, ma molti ritengono poco credibile che non siano mai state fatte analisi e si chiedono come mai ci siano così poche persone coinvolte in un’adulterazione che ha avvelenato tanti bambini.
Proprio nell’imminenza del processo, il 24 dicembre la Sanlu è stata dichiarata fallita perché non può pagare debiti di almeno 1,1 miliardi di yuan (circa 110 milioni di euro) verso i fornitori. Ora ha 6 mesi per vendere tutto e pagare i creditori.
Ma i tribunali hanno finora dichiarato “inammissibili” tutte le richieste di risarcimento dei genitori dei bambini malati, spiegando che occorre attendere l’esito delle indagini delle autorità. I genitori sono furenti e scoraggiati perché, sebbene il governo abbia sempre assicurato cure mediche gratuite e adeguati indennizzi, in realtà molte famiglie hanno dovuto pagarsi le cure (861 neonati sono ancora in ospedale) e ancora nessuno ha chiarito chi pagherà i risarcimenti. Oggi l'Associazione dell'industria casearia cinese ha annunciato che un gruppo di 22 produttori indennizzerà le famiglie: ma, ancora, senza chiarire quante e quali, in che misura, né quando.