Riprendono i colloqui tra India e Pakistan, ma senza un’agenda precisa
Thimphu (AsiaNews/Agenzie) – Incontro riservato di 90 minuti ieri tra il premier indiano Manmohan Singh e quello pakistano Yousuf Raza Gilani, nel corso dei due giorni di riunioni dell’Associazione del Sud Asia per la Cooperazione Regionale (Saarc) in corso a Thimphu (Bhutan). Dopo gli attentati a Mumbai nel novembre 2008 i rapporti tra i 2 Stati sono stati tesi e scarsi e analisti sperano che ci sia ora la possibilità di una ripresa dei colloqui bilaterali.
Nel primo loro colloquio diretto da 9 mesi, i 2 leader si sono detti d’accordo a lavorare per riprendere i dialoghi di pace, hanno giudicato l’incontro “positivo” e hanno incaricato i rispettivi ministeri degli Esteri di concordare le linee per futuri colloqui.
Le parti appaiono desiderose di riprendere il dialogo, senza per ora risolvere i contrasti derivati dagli attentati di Mumbai. Nirupama Rao, segretario del ministero indiano degli Esteri, ha detto che “si vuole portare avanti un colloquio effettivo su tutte le questioni di reciproca preoccupazione”. Il ministro pakistano degli Esteri Shah Mehmood Qureshi si è felicitato della reciproca volontà di affrontare questioni diverse dal terrorismo e dall’estremismo islamico militante.
Peraltro Singh ha ribadito la richiesta indiana al Pakistan “di agire in modo concreto per mettere sotto controllo ed eliminare” i focolai terroristi nel Paese. Gilani ha ribattuto che il Pakistn è a sua volta vittima del terrorismo, come l’India. Non è stata fissata alcuna agenda, ma solo preso il reciproco impegno di incontrarsi “il più presto possibile”. Singh ha accettato l’invito di Gilani a una visita in Pakistan, che sarà la prima per un premier indiano dal 1999.
Per gli attacchi di Mumbai che hanno causato circa 170 morti, l’India accusa il gruppo estremista islamico Lashkar-e-Taiba e rimprovera a Islamabad di consentirgli di avere basi militari nel suo territorio e di non avere fatto abbastanza per individuare e arrestare gli organizzatori degli attentati. Il Pakistan ha ammesso che la cellula terrorista proviene dal suo territorio ma nega qualsiasi coinvolgimento.
Da allora, il primo incontro “ufficiale” tra i 2 Paesi è del febbraio 2010, ma allora ci fu solo un reciproco impegno di “mantenere i contatti”, poi non seguito da iniziative concrete. Nei giorni scorsi l’India ha arrestato una diplomatica nella sua ambasciata a Islamabad, accusandola di essere una spia per il Pakistan. I due Stati dopo l’indipendenza hanno sempre avuto rapporti tesi e negli scorsi decenni hanno combattuto 3 guerre.
Esperti hanno giudicato “positiva” l’apertura di discutere sugli aspetti di comune interesse, ma osservano che ci vorrà molto tempo per recuperare un’effettiva reciproca fiducia.