Ripartono i dialoghi con Teheran sul nucleare. Scende il prezzo del petrolio
Bruxelles (AsiaNews/Agenzie) - Le cosiddette 5+1 potenze mondiali (Usa, Cina, Russia, Gran Bretagna, Francia e Germania) hanno accettato di riaprire i dialoghi con l'Iran sul suo programma nucleare. Allo stesso tempo, Teheran ha accettato che gli ispettori Onu visitino un sito dove si sospetta si preparino ordigni nucleari. Le due mosse sono in controtendenza con l'atmosfera che si respira in questi giorni a Washington, dove il premier israeliano Benjamin Netanyahu, in visita nel Paese, ha ribadito che Israele non accetterà mai il nucleare in Iran perché non vuole vivere sotto "l'ombra dell'annientamento". Per questo egli rivendica per Israele libertà di decidere un attacco militare senza aspettare il parere degli Stati Uniti. Il presidente Usa Barack Obama, dal canto suo non esclude possibili azioni militari in futuro, ma adesso preferisce dare tempo ad un'azione diplomatica.
Il timore che l'Iran diventi una potenza nucleare è diffuso fin dagli anni '70, ai tempi dello Scià. Sotto Khomeini e soprattutto con Khamenei ed Ahmadinejad le accuse a Teheran di coltivare un programma nucleare bellico si sono accresciute. L'Iran ha sempre negato di avere mire da potenza bellica nucleare e ha difeso il carattere pacifico del suo programma. Negli anni scorsi vi sono sttai molti dialoghi fra i 5+1 , l'Agenzia Onu per il nucleare (l'Aieia) e Teheran, ma non hanno portato ad alcun risultato.
Catherine Ashton, responsabile della politica estera dell'Unione europea (Ue), ha risposto ieri a una lettera inviatale in febbraio da Sayed Jalili, il negoziatore iraniano, che si diceva disponibile a una nuova serie di dialoghi.
L'anno scorso, l'Aiea aveva pubblicato un rapporto in cui affermava che vi erano prove di attività nucleari forse legate a uno sviluppo militare. Il capo dell'Aiea, Yukiya Amano, ha dichiarato due giorni fa che essi hanno "serie preoccupazioni" che l'Iran possa nascondere attività militari nucleari, in particolare nel complesso militare di Parchin, a sudest di Teheran.
Proprio ieri, l'Iran ha dato il permesso agli ispettori dell'Aiea di visitare il sito di Parchin che secondo Teheran è solo una base militare e non un sito nucleare.
La possibilità di nuovi dialoghi ha portato ad una caduta del 2% del prezzo del petrolio. Usa e Ue hanno da tempo accresciuto sanzioni economiche verso Teheran. Una nuova serie di sanzioni (blocco del prezzo del petrolio, blocco delle transazioni bancarie iraniane) è stato lanciato dagli Stati Uniti; nell'Ue dovrebbero essere messe in atto dal 1mo luglio di quest'anno. Ma molti Paesi asiatici, affamati di energia - India, Cina, Giappone, Corea del Sud - non sono disponibili alle nuove sanzioni e continuano a commerciare con l'Iran.
Secondo analisti, è probabile che i dialoghi potranno far ridurre le sanzioni dando respiro a Teheran, ma anche all'Europa e al suo bisogno di energia a prezzi contenuti.
22/05/2018 12:03