Rinviato il processo a Huang Qi, che difende i terremotati del Sichuan
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Il Tribunale di Chengdu rinvia il processo a Huang Qi, difensore dei diritti dei genitori degli scolari morti per il terremoto nel Sichuan del 12 maggio.
Ieri la Corte ha detto alla moglie Zeng Li che oggi il marito sarebbe stato processato, con accuse ancora non indicate. Ma oggi il Tribunale ha rinviato il processo a data da destinarsi, per dare agli avvocati tempo sufficiente per preparare la difesa. Da quattro mesi a Zeng Li proibiscono di vedere Huang.
Se accusato di “possesso illegittimo di segreti di Stato” rischia una condanna fino a 3 anni senza alcuna effettiva possibilità di difesa. Infatti, secondo quanto dice Nicholas Bequelin di Human Rights Watch, la definizione di cosa sia “segreto” è molto flessibile e può essere applicata praticamente a ogni questione. Nemmeno gli avvocati e i giudici hanno diritto ad avere migliore notizia di perchè queste notizie siano segrete, nè possono contestare tale qualità.
Huang aveva offerto aiuto legale ai genitori delle migliaia di scolari morti in Sichuan sotto il crollo delle scuole. Allora le famiglie hanno protestato che le scuole erano mal costruite. E’ stato arrestato senza accuse il 10 giugno, dopo avere ospitato sul suo sito web 64tianwang.com le richieste di indagini e di risarcimento di 5 genitori di bambini morti sotto la Scuola media Dongqi ad Hanwang.
Le autorità hanno cercato di impedire ogni protesta e hanno assicurato indagini rapide e pubbliche, di cui ancora non si conoscono gli esiti.
Huang, fondatore del Centro Tianwang per i Diritti Umani e di un sito web che critica le restrizioni contro i diritti umani, e’ stato già in carcere tal 2003 al 2005 per “istigazione alla sovversione del potere dello Stato”.
Intanto Hrw dice che e’ tornato a casa Gao Zhisheng, avvocato che difende i diritti umani, scomparso il 19 gennaio. Gao, che ha difeso molti piccoli proprietari immobiliari contro la violazione dei loro diritti da parte delle autorità, è già stato arrestato nell’agosto 2006, e nel settembre 2007 per avere denunciato in una lettera al Congresso Usa la situazione dei diritti nel Paese.