Rimsha Masih: attesa per la sentenza. Attivisti cristiani lanciano campagna per la liberazione
Islamabad (AsiaNews) - Domani i giudici del tribunale di Islamabad decideranno se accogliere l'istanza presentata dai legali di Rimsha Masih, decretando la scarcerazione della minorenne cristiana - con problemi mentali - accusata di blasfemia e rinchiusa in carcere dal 16 agosto scorso. La vicenda ha sollevato una vasta eco a livello internazionale e numerose organizzazioni attiviste hanno lanciato campagne di protesta e iniziative di solidarietà in favore della giovane.
Intanto preoccupa la situazione delle centinaia di famiglie cristiane, fuggite dal sobborgo della capitale nel timore di attacchi della frangia estremista islamica. Alcune di loro non hanno ancora trovato un luogo sicuro che possa accoglierle, né possono fare ritorno nelle loro case.
Rimsha Masih è accusata in base alla "legge nera" per aver bruciato alcune pagine con impressi versi del Corano. Per il codice rischia fino all'ergastolo e si temono ritorsioni di elementi vicini al fondamentalismo talebano, che più volte hanno assassinato in via extra-giudiziale persone incriminate per blasfemia.
I giudici dovranno decidere se concedere la scarcerazione, dopo che una Commissione medica indicata dal tribunale ha stabilito che la ragazzina ha meno di 14 anni e dimostra un'età mentale inferiore a quella stabilita dall'anagrafe (cfr. AsiaNews 28/08/2012 Blasfemia, Rimsha Masih è minore e con problemi mentali. Vescovo di Islamabad: sviluppo positivo). Non vi sono invece particolari indicazioni circa la natura della disabilità mentale che la affliggerebbe.
Intanto in Italia è partita una campagna promossa dall'Associazione cristiani pakistani per il rilascio di Rimsha, che ha già raccolto l'adesione di centinaia di persone da tutto il mondo, conun appello che verrà inviato al presidente Asif Ali Zardari. Gli attivisti guidati da Mobeen Shahid, professore alla Pontificia università Lateranense, a Roma, intendono manifestare solidarietà alla ragazzina e alla sua famiglia, avviando un'iniziativa diretta alle massime autorità del Paese asiatico. Fra gli obiettivi della campagna vi è anche la "revisione o abolizione" delle leggi sulla blasfemia, che hanno colpito centinaia di vittime innocenti dalla loro introduzione nel 1986.