Rimpatri forzati per 70 rifugiati
Rimpatriati 70 rifugiati nord coreani arrestati il mese scorso mentre cercavano di raggiungere il consolato sud coreano di Pechino.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) Il governo cinese ha ordinato il rimpatrio di 70 rifugiati nord coreani: 62 di loro sono stati arrestati il 26 ottobre scorso durante alcuni raid compiuti in 2 safe houses della capitale cinese. Altri 8 sono stati catturati all'esterno del consolato sud coreano di Pechino. I rifugiati cercavano di scavalcare il muro di cinta dell'edificio, ma la polizia è intervenuta e li ha bloccati. Fra gli arrestati anche 2 cittadini sud coreani, attivisti per i diritti umani, che aiutavano i rifugiati nella fuga.
Dal 2001 ad oggi anni centinaia di nord coreani, in fuga dal regime stalinista di Pyongyang, sono riusciti ad andare in Sud Corea come profughi, dopo aver ricevuto rifugio politico presso ambasciate o uffici diplomatici stranieri presenti in Cina. Negli ultimi due mesi e mezzo più di 100 nord coreani sono stati accolti da scuole e missioni straniere Pechino.
La Cina ha firmato un trattato con la Nord Corea per rimpatriare i fuggitivi e le recenti espulsioni testimoniano la ferma volontà di Pechino di far rispettare gli accordi. Attivisti per i diritti umani hanno criticato il pugno duro usato dal governo: "La Cina sa che i rifugiati saranno uccisi o arrestati come prigionieri politici per aver abbandonato il paese" afferma Suzanne Scholte, presidente del Defense Forum Foundation, gruppo a difesa dei diritti umani.
Secondo alcune stime sono circa 200 mila i rifugiati che vivono in Cina; molti di questi occupano la zona al confine con la Corea del Nord. Finora il governo ha tollerato la presenza di cittadini nord coreani nei pressi del confine, ma non ne ha mai appoggiato la migrazione verso la Corea del Sud o altri Paesi.