Rilasciato sacerdote rapito a Baghdad
Lo conferma mons. Warduni, vescovo ausiliare dei caldei di Baghdad: "Padre Doglas sta bene, ma l'Iraq continua ad avere bisogno di preghiere". Appello per il Natale.
Baghdad (AsiaNews) È vivo e di nuovo a casa p. Doglas Yousef Al Bazi, parroco caldeo di S. Elia a Baghdad. È stato rilasciato ieri sera dopo 9 giorni di prigionia. La notizia, confermata da fonti della Chiesa locale, è stata accolta con grande gioia da tutta la comunità cristiana irachena in patria e all'estero, anche se la situazione a Baghdad e nel Paese continua ad essere "difficile".
Ad AsiaNews il vescovo ausiliare dei caldei di Baghdad, mons. Shlemon Warduni, riferisce che il sacerdote rilasciato ora "sta bene, ma è molto provato soprattutto psicologicamente". "P. Doglas - aggiunge il presule - ringrazia Dio per la sua salvezza ed è deciso a ricominciare una vita normale".
Al momento della scomparsa del giovane religioso si era subito pensato al sequestro. Il suo sequestro è avvenuto solo un mese dopo quello di p. Paul Iskandar, sacerdote siro-ortodosso di Mosul, ritrovato ucciso e mutilato dopo due giorni dalla scomparsa l'11 novembre scorso.
Mons. Warduni, che non aggiunge ulteriori particolari sul caso di p. Doglas, lancia poi un appello a tutto il mondo in vista del Natale: "Chiediamo a tutti di sostenere i cristiani iracheni nella preghiera, soprattutto con l'avvicinarsi del Santo Natale. Pregate per i nostri bambini, che non riceveranno giocattoli, per le nostre ragazze, che non potranno vestirsi a festa e per i nostri anziani, che non possono godere della serenità che meriterebbe la vecchiaia". "Solo la preghiera conclude ci dà la forza di andare avanti e resistere in questa difficile situazione".