Ribelli siriani addestrati nei campi profughi sul confine turco
Ankara (AsiaNews/ Bianet) - I combattenti del Free Syrian Army (Fsa) lasciano il campo di Apaydin nella provincia meridionale di Hatay all'alba per attraversare il confine siriano e combattere il regime di Bashar al-Assad. Essi fanno ritorno solo verso sera. È quanto afferma al giornale online turco Bianet, Abu Hussein, comandante di un'unità dell'Fsa. "Siamo molto grati al governo turco e al Primo ministro Recep Tayyip Erdogan per averci ricevuto a braccia aperte", afferma Hussein, che comanda circa 50 uomini.
Le autorità turche hanno annunciato che nel campo di Apaydin sono ospitati ufficiali dell'esercito siriano disertori del regime degli Assad e hanno proibito l'ingresso nella zona per ragioni di sicurezza. Tuttavia, il governo non ha ancora spiegato su quali basi legali, locali o internazionali, è stato fondato il campo.
In diversi comunicati ufficiali si legge che i residenti di Apaydin sono disertori dell'esercito siriano, per questa ragione la loro identità è segreta.
Sotto inchiesta non è tanto l'identità di questi ex militari, ma i loro movimenti dentro e fuori il confine. Ci si chiede qual'è l'esatta differenza fra i rifugiati ad Apayadin e i profughi degli altri campi. Un'altra domanda che ha bisogno di una risposta è se gli ospiti del campo sono tutti di nazionalità siriana, oppure vi sono fra loro persone provenienti da altri Paesi come Tunisia, Yemen, Cecenia e Afghanistan.
Il pubblico continua a meravigliarsi di come questi individui riescano ad entrare in Siria attraverso i posti di blocco sul confine e si domanda quanti siriani entrano in Turchia chiedendo lo status di rifugiati e di come molti di loro attraversano così spesso la frontiera. Cosa ha da dire il governo a chi sostiene che queste truppe vanno a combattere in Siria di giorno e fanno ritorno nell'accampamento in Turchia di notte?
A tutt'oggi, in parlamento è mai stato messa a tema la costruzione del campo e su quali basi legali esso esista? Per questo motivo, tutta l'attenzione della popolazione è concentrata sull' "Apaydin Accomodation Facilities".
Una conferma dell'attività militare
Il 27 agosto scorso, dopo che era stato negato l'accesso al campo a una delegazione del partito di opposizione People Republican Party (Chp), Ahmet Davutoglu , ministro degli Esteri turco ha affermato: "I rifugiati civili e militari hanno status differenti. Il riconoscimento come profughi è richiesto anche per entrare negli accampamenti militari. È normale che i profughi che appartengono alle forze di sicurezza abbiano un trattamento speciale". Anche Bulent Arinc, vice-Primo ministro, ha sottolineato che nel campo vi sono disertori dell'esercito siriano con le loro famiglie ed è per proteggere le loro vite che è stato negato l'accesso ai politici, ma anche a generali e colonnelli. Gli fa eco anche Celalettin Lekesiz, governatore di Hatay, secondo il quale i soldati siriani e le loro famiglie sono fuggiti dal regime di Bashar al-Assad e hanno trovato rifugio ad Apaydin. "Gli articoli che parlano di ribelli addestrati all'interno del campo e di come esso sia sotto il loro controllo, sono prive di fondamento", ha sottolineato in una nota la presidenza del ministero per la gestione dei disastri e delle emergenze (Afad).
Sopravvivere attraversando il confine con la Turchia
Abu Hussein conferma però che "nel campo vi è un addestramento militare, ma il governo turco non ci consente di andare in giro armati". "Ogni giorno - continua - usciamo ed entriamo dalla Turchia. Abbiamo piazzato la nostra tenda proprio vicino al confine. Alla mattina usciamo per combattere e ritorniamo verso sera. Attraversiamo la frontiera senza nessuna difficoltà". "I turchi - spiega Hussein - ci danno sostegno logistico. Il governo provvede ai nostri bisogni rifornendoci di acqua, cibo e medicinali. Riceviamo aiuti anche da altri Paesi. Il nostro attuale obiettivo è formare una zona cuscinetto a Idlib, che è una zona molto vicino al confine". "Qualche giorno fa - aggiunge - siamo stati assediati dall'esercito di Assad in territorio siriano, ma siamo sopravvissuti varcando la frontiera con la Turchia". "Se cadrà il regime - conclude il miliziano dell'Fsa - costruiremo un Paese libero e utilizzeremo un sistema simile a quello turco".
*Per gentile concessione del sito turco Bia News Center (http://bianet.org/english)