Religiosi e suore sotto i bombardamenti del Vanni
di Melani Manel Perera
Centinaia di migliaia di persone intrappolate nella zona di guerra. Nel Vanni manca il cibo: negli ultimi 10 giorni solo 8 camion di aiuti per 250mila persone. Nessuno può entrare nei centri per i profughi gestiti dal governo.
Colombo (AsiaNews) - “La situazione nel Vanni è penosa. Circa 250mila civili del nord sono intrappolati in un’area molto piccola. Continuano i bombardamenti aerei e dell’artiglieria. Negli ultimi 10 giorni solo 8 camion di generi alimentari sono arrivati nel Vanni per sfamare centinaia di migliaia di persone”. Una fonte di AsiaNews,che chiede di rimanere anonima, descrive così la situazione degli sfollati nella regione a nord dello Sri Lanka dove esercito e Tigri tamil si combattono.
L’area di Suthanthirapuram fa parte della zona di sicurezza allestita dl governo. “Lì - la fonte afferma - ci sono diversi sacerdoti e religiosi e centinaia di persone. Ma anche loro finiscono nel mirino dei militari. Ogni giorno molte persone rimangono uccise. Ieri [9 febbraio] una suora è rimasta ferita in un attacco. Al di fuori di quest’area, nella regione costiera di Mullaitivu ci sono 60mila persone e con loro 6 sacerdoti. Non essendo nella Safety zone sono esposti agli attacchi”.
Il vescovo di Jaffna, mons. Thomas Saundranayagam, ha chiesto al governo di includere anche queste aree nella zona di sicurezza, ma fino ad oggi ciò non è avvenuto. Secondo la fonte di AsiaNews “l’esercito scoraggia in ogni modo la popolazione a rimanere fuori dalla Safety zone ed è per questo motivo – dice la fonte – che i militari hanno attaccato l’ospedale di Puthukudiyirrupu”. L’accusa, rilanciata anche da personale Onu, è stata respinta dal ministero di Colombo che ha incolpato i ribelli tamil.
Il ministero della difesa ha dichiarato che al 9 febbraio oltre 6500 civili sono arrivati nelle zone di Visuamadu, Dharmapuram e Sugandirapuram liberate dalla presenza dei ribelli. Si tratta di 1317 famiglie e di 334 singoli, ma le forze di sicurezza nel Vanni affermano che sono molti i civili rimasti intrappolati nella giungla sotto gli attacchi dei ribelli tamil.
Nei centri di accoglienza allestiti dall’esercito, ad accogliere i profughi ci sono solo i militari. La fonte afferma che “nessuno conosce quante persone arrivano dal Vanni, quante di loro restano nei centri o se qualcuno viene portato nei campi di prigionia”. A nessuno è permesso di entrare nei campi e nemmeno i profughi possono uscire per nessun motivo. Alcuni di loro temono che il governo li voglia tenere lì per colonizzare i loro villaggi tamil con popolazione singalese.
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