Regole "talebane" sui bus, insorgono le donne
Un gruppo di donne israeliane firma una petizione per non essere costrette a sedersi nei posti posteriori negli autobus che attraversano zone popolate da fedeli ultra-ortodossi; secondo la norma, dovrebbero lasciare agli uomini i sedili anteriori, al fine di evitare “mescolanze” tra i sessi.
Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) – “Un ebreo ultraortodosso mi ha urlato di spostarmi in coda all’autobus. Mi sono sentita umiliata. L’autista non ha detto una parola in mia difesa”. E’ questo l’episodio accaduto alla scrittrice Naomi Ragen, ebrea, che ha presentato ieri all’Alta Corte una petizione con altre cinque donne, tra cui una appartenete alla corrente ebrea riformata; l’appello ha lo scopo di impedire alle compagnie che gestiscono gli autobus pubblici di imporre alle donne di spostarsi verso il fondo dei mezzi, quando si attraversano i quartieri popolati da ebrei ortodossi.
“Sono scesa dall’autobus con una terribile sensazione: che nel mio Paese io debba prendere autobus dove vige un regolamento talebano” ha continuato la scrittrice nata negli Stati Uniti.
Alcuni membri della corrente ultra-ortodossa seguono insegnamenti che proibiscono qualsiasi contatto in pubblico tra uomini e donne; le compagnie di trasporti israeliane sovvenzionate dal governo hanno recentemente accolto la richiesta di impiegare autobus con posti separati per sesso su alcune linee.
Nella petizione si chiede alla Corte di dare istruzioni al ministero dei Trasporti affinché si adoperi per capire se ci sia il reale bisogno di utilizzare autobus di questo tipo; se così fosse, si chiede di limitare il numero di tali mezzi e di indicare all’esterno con un cartello questa particolare caratteristica, affinché le viaggiatrici possano liberamente decidere di non salire a bordo.
Il Ministero non vuole commentare, ma il portavoce della più grande compagnia di trasporti israeliana, Egged, ha per ora confermato il proposito di prendere provvedimenti per permettere agli uomini ortodossi, su 30 linee, di sedere in aree separate da quelle occupate dalle donne. Israel Echer, direttore di un giornale ultraortodosso, ed ex-membro del Parlamento, ha definito la petizione “un tentativo di imporre regole laiche occidentali”.
L’episodio pone l’accento sul crescente divario tra le posizioni degli ultraortodossi e degli ebrei riformati. La petizione porta, però, la firma di donne appartenenti ad entrambi i gruppi, che raramente si mescolano in Israele.
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