Rapporti tesi fra Londra e Pechino dopo l’esecuzione di un britannico
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Non si fermano le critiche del mondo occidentale alla Cina, che ha eseguito lo scorso 29 dicembre la condanna a morte nei confronti di Akmal Shaikh, cittadino britannico 53enne arrestato perché in possesso di quattro chili di eroina. Il governo di Londra e quello dell’Unione europea accusano Pechino di non aver tenuto conto dei problemi mentali dell’europeo, che ne avrebbero fatto “un complice inconsapevole” dei trafficanti.
Al tribunale di Urumqi, che ha giudicato il caso, si sono presentati dieci testimoni a favore del britannico, che però non sono stati ascoltati. Inoltre, molti testimoni parlano di “evidenti prove di problemi mentali” del condannato, che le autorità cinesi hanno “volutamente ignorato”.
Il premier inglese Gordon Brown ha condannato “nel modo più assoluto” l'esecuzione: “Sono inorridito e deluso che le nostre richieste insistenti di clemenza non siano state esaudite”. Fino all’ultimo giorno utile, le autorità occidentali hanno presentato 27 richieste di clemenza, tutte ignorate. Shaikh è il primo cittadino europeo a essere giustiziato in Cina da 50 anni a questa parte.
Dal canto suo, Pechino respinge le accuse. La portavoce del ministero cinese degli Esteri, Jiang Yu, ha detto che “la giustizia cinese è indipendente” e che il processo contro Shaikh è stato condotto “secondo le regole. Si tratta di un caso individuale che spero non danneggi le relazioni tra Cina e Gran Bretagna”. In risposta, il sottosegretario inglese agli Esteri Ivan Lewis ha incontrato l'ambasciatore cinese Fu Ying.
Subito dopo l’incontro, Lewis ha dichiarato: “Ho avuto una difficile conversazione con l'ambasciatore cinese. Ho detto chiaramente che l'esecuzione di Shaikh era inaccettabile e che la Cina, in particolare il tribunale cinese che non ha preso in considerazione le istanze riguardanti le condizioni mentali di Shaikh, non ha rispettato le sue responsabilità nei confronti dei diritti umani”.
Bruxelles ha sostenuto le proteste di Londra, e in comunicato ha detto questa mattina che l’Unione europea “condanna profondamente il fatto che la Cina non abbia ascoltato delle richieste giuste”. Un portavoce del presidente della Commissione europea Barroso ha aggiunto: “Non si possono avere troppi rapporti con chi non ti ascolta”.
Ma il Global Times, quotidiano ufficiale del governo cinese in lingua inglese, difende l’esecuzione: “Le richieste di clemenza presentate dal governo inglese e dai media non suscitano troppa simpatia, dato che il traffico di droga è una minaccia mondiale. Se la condanna di Akmal fosse stata commutata, altri avrebbero pensato che in Cina si può spacciare droga e poi dire di essere insani di mente”.
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