Rajasthan, fondamentalisti indù assaltano predicatori cristiani
Jaipur (AsiaNews/Ucan) Nuovo episodio di violenza contro i cristiani del Rajasthan, mentre il governo vuole varare una legge anticonversione, contestata con forza dalla minoranza cristiana.
Domenica un gruppo di attivisti indù ha attaccato un incontro di cristiani nel villaggio di Koida, nel distretto di Alwar, minacciando di uccidere i pastori protestanti che conducevano l'incontro. Gli assalitori hanno picchiato gli 8 cristiani riuniti in preghiera e hanno profanato le copie della Bibbia usate per la meditazione. Gli 8 cristiani sono stati curati in ospedale per le ferite ricevute.
Il presidente del Global Council of Indian Christians (un gruppo che si batte per i diritti della minoranza cristiana), Sajan K. George, ha riferito che i militanti membri del Bajarang Dal, una delle sigle induiste "erano provvisti di armi letali". George ha scritto una lettera al presidente indiano Kalam richiamando la sua attenzione sulle continue violenze che colpiscono i cristiani in tutto il paese: "I cristiani sono parte dell'India, non sono alieni venuti da altre parti" scrive Gorge. "Ma il clima di discriminazione che li colpisce sta soffocando la loro vita quotidiana".
La minoranza cristiana nel Rajasthan viene presa di mira anche dal punto di vista legislativo . Il 24 marzo il parlamento statale dovrebbe votare una legge anticoversione fortemente voluta dal partito al potere, il Bharatiya Janata Party (BJP), sostenitore di un'India totalmente indù. Secondo il ministro dell'Interno Gulab Chand Kataria questa norma vuole "ridurre i tentativi dei missionari di operare conversioni. Non possiamo permettere che avvengano nel nostro stato".
La legge dovrebbe punire i cambiamenti di religione avvenuti con la forza o l'adescamento; ma i difensori delle minoranze religiose affermano che tale provvedimento viene abusato dai fondamentalisti. Ad esempio, in base alla legge in via di approvazione, le attività caritative condotte dalle comunità cristiane possono essere bollate di proselitismo e venir punite e bloccate.
Le chiese cristiane in Rajasthan hanno fatto sentire la loro voce contro l'introduzione di questa norma: mons. Ignatius Menzes, vescovo di Ajmer-Jaipur, mons. Jospeh Pathalil, vescovo di Udaipur, e Collin C. Theodore, vescovo protestante della Chiesa dell'India del Nord hanno scritto una lettera alle più alte cariche del governo affermando che la legge potrebbe aggravare la situazione delle minoranze nello stato. La norma sostengono i leader cristiani porta in tutte le minoranze "un senso di insicurezza e paura". "Ci domandiamo" chiedono i vescovi "perché il governo voglia diventare parte del continuo assalto contro i cristiani".
A giudizio dei pastori cristiani "le norme esistenti sono già sufficienti per contrastare le pratiche sbagliate legate alle conversioni", mentre la nuova norma sostiene J C Biswas, attivista cristiano, "diventerà uno strumento in mano ai fondamentalisti per assalire le minoranze e attaccare le loro istituzioni".
Il Rajasthan conta circa 56 milioni di abitanti, l'89,2% dei quali indù. I musulmani sono 4.7 milioni, i cristiani solo 72 mila (0,07%). (LF)
04/02/2010