Rajapaksa parla di sviluppo e pace. Sulla guerra: “Dimenticare il passato”
di Melani Manel Perera
L’uomo forte di Colombo si dichiara “presidente di tutta la nazione”. Dopo la fine del conflitto con le Tigri tamil promette di vincere “la guerra economica” e annuncia un “modello Sri Lanka” basato sull’agricoltura.
Colombo (AsiaNews) - “Sono il presidente di tutta la nazione”, “senza sviluppo non ci può essere pace”, “dobbiamo dimenticare il passato e cominciare una nuova vita”. A poco più di tre mesi dalla fine della guerra trentennale con le Tigri tamil, il presidente dello Sri Lanka, Mahinda Rajapaksa, lancia la “nuova battaglia” per il futuro del Paese.
Con una lunga intervista concessa alla rivista statunitense Forbes l’uomo forte di Colombo parla di “pace permanente”, “riconciliazione” e cerca di recuperare la sua credibilità internazionale adombrata dalle accuse di crimini di guerra e violazione dei diritti umani compiuti dall’esercito durante il conflitto.
“Non divido la popolazione in singalesi, tamil, musulmani o borghesi - afferma Rajapaksa - faccio distinzione tra chi ama il Paese e chi no”. Alle domande più difficili su temi come le vittime di guerra, le condizioni dei rifugiati tamil nei campi profughi, o l’economia del Paese il presidente risponde in modi talvolta vaghi, talvolta puntuali.
Poche parole per le vittime del conflitto: il presidente auspica che lo Sri Lanka “non segua l’esempio di Africa ed Europa” e invita “a dimenticare il passato e cominciare una nuova vita”. Stesso auspicio per la situazione degli oltre 265 mila profughi tamil, sparsi tra i centri di Vavuniya, Jafnna o gli ospedali del nord: Rajapaksa si dichiara “presidente di tutta la nazione” che non distingue in base all’etnia o al credo, ma in base all’amore per il Paese.
Sulla situazione economica dello Sri Lanka il presidente è invece più prodigo di dettagli: cita la crescita al 6%, l’inflazione all’1,1% , il reddito medio pro capite passato da 1000 a 2mila dollari. Rispetto alle critiche di chi afferma che il Paese sta abbandonando i lavori e l’industria tradizionale per inseguire il mercato globale, Rajapaksa risponde: “Dobbiamo avere un ‘modello Sri Lanka’. Io preferisco [un’economia] basata sull’agricoltura. Se puoi essere autosufficiente sul cibo allora arriveranno anche le industrie”.
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