Radio Vaticana e la ‘bacchetta magica’ nei dialoghi fra Cina e Santa Sede
Secondo il noto sacerdote-blogger, il medium della Santa Sede sta assumendo stili e toni simili a quelli dei giornali cinesi. Nei dialoghi Cina-Vaticano le campagne stampa hanno reso infiammato il tema, ma nessuno conosce gli esiti.
Pechino (AsiaNews) – La Radio vaticana rischia di assumere lo stesso stile e tono dei giornali cinesi. È la considerazione ironica e gioviale di un sacerdote-blogger della Cina popolare, Shanren Shenfu (il prete della montagna). In un suo recente blog, egli commenta una notizia pubblicata su Radio vaticana (o meglio su “Vatican news”), dal titolo “Dialogo con la Cina: non è un colpo di bacchetta magica”, del 2 maggio scorso. L’articolo ripercorre con toni molto diplomatici il passato della Chiesa in Cina e dei tentativi di dialogo iniziati già negli anni ’80 fra la Santa Sede e il governo di Pechino. Sottolineando che occorre “l’impegno non a promuovere scontri polemici”, l’articolo parla delle persecuzioni passate come una “fase storica particolarmente contrastata e fonte di acute sofferenze per tanti pastori e fedeli”. La fase presente, con l’attuazione dei nuovi regolamenti, con chiese e croci distrutte e col divieto ai giovani sotto i 18 anni ad andare in chiesa, viene indicata come “segnali di un certo irrigidimento”. Il nostro blogger conclude: “ora che anche la Radio Vaticana si esprime in modo strano, a chi dovremmo guardare, sentire e credere?”.
Riguardo al tema “Cina-Vaticano”, una persona comune come me non ha più nulla da dire. Le ondate mediatiche hanno spinto l’argomento "Cina-Vaticano" ad essere un tema caldo, presentando momenti acuti uno dopo l'altro. Tuttavia, a causa della mancanza di trasparenza, tutte le opinioni risultano in fin dei conti solo varie ipotesi, e non si parla affatto degli esiti.
Ma oggi ho letto all’improvviso un articolo sulla Radio Vaticana, il cui titolo usa addirittura la parola "bacchetta magica". La mia prima reazione è stato pensare che questo titolo è stato ponderato con serietà, e implica il senso del "tu mescoli, ma io non mescolo" oppure "tu puoi mescolare, ma io non posso mescolare"[1]. Ma pensandoci ancora un po’, mi è sembrato che lo scrittore della Radio Vaticana stesse scherzando: forse egli pensa di essere divertente nello scrivere in questo modo?!
La sacralità dell’argomento dei dialoghi tra la Cina e il Vaticano – un tema così serio e sacro – è improvvisamente caduta ai minimi livelli, proprio perché un media del Vaticano parla del "colpo di bacchetta magica". Questo tono sarebbe appropriato se fosse stato pronunciato dai media cinesi. Non sarebbe neanche sorprendente se fosse stato scritto da Gianni Valente del Vatican Insider. Ma che un tale titolo sia apparso proprio sulla Radio Vaticana, questo sì suscita molta sorpresa.
Non bisogna mai sottovalutare il titolo di un articolo, perché oggi la società è scesa al livello di guardare solo i titoli. In modo deliberato, molti scrittori di articoli scelgono dei titoli particolari solo per attirare l’attenzione, e per questo sono chiamati "manipolatori di titoli". Grazie a questi "manipolatori di titoli", molti lettori si interessano solo a guardare il titolo. Ma la Radio Vaticana è seria, è sempre seria sia con i titoli che con i contenuti: dopotutto, la Radio Vaticana rappresenta il Vaticano stesso, non un giornalista qualunque.
Perché sono sorpreso da questo titolo? Anzitutto, perché non penso che il Vaticano abbia una mentalità combattiva nei negoziati, mentre la sua controparte sembra essere prepotente ed aggressiva. In secondo luogo, le persone che rappresentano il Vaticano nei negoziati non sono certo streghe o maghi, per cui come può un impegno sacro essere definito da se stessi come un "colpo di bacchetta magica"?
Il terzo punto, ed il più importante, è che per i fedeli cinesi la Radio Vaticana rappresenta la voce della Chiesa, ma ora essa si esprime con un tono conforme alle opinioni e agli interessi della controparte, dando ad intendere che nei negoziati il Vaticano sia stato sempre arrogante. Ciò è contrario alla coscienza che ne abbiamo noi, fedeli ordinari della Chiesa cinese.
Durante i negoziati, attraverso la campagna mediatica, alla coscienza della Chiesa cinese sono stati imposti tanti episodi di "distruzione da sé della Grande Muraglia e caricarsi da sé il giogo”[2].
Ma ora che anche la Radio Vaticana si esprime in modo strano, a chi dovremmo guardare, sentire e credere? Preferisco sempre pensare che il Vaticano stia cercando nuove strade, accettando tolleranza e umiliazioni per l’unità e la comunione della Chiesa cinese. Tuttavia, non voglio vedere il Vaticano che, oltre di accettare tolleranza e umiliazioni, sia costretto ad addossarsi anche la calunnia, affermando che "non agiterà la bacchetta magica contro la Cina".
[1] L’A. usa un detto cinese per indicare qui il conflitto fra il potere spirituale della Chiesa e del papa e quello del governo cinese, visti come alternativi.
[2] Chi distruggeva la Grande Muraglia si autocondannava al giogo dei Mongoli. L’A. prende questa immagine per indicare che nei dialoghi Cina-Vaticano spesso è sembrato che la parte vaticana distruggesse da sé le sue regole per sottomettersi “al giogo” di Pechino.
25/06/2019 11:16
01/02/2018 15:57