02/12/2008, 00.00
PAKISTAN
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Quarto giorno di scontri etnici a Karachi, decine i morti

Conflitti a fuoco, incendi e distruzioni tra la maggioranza Urdu e la minoranza Pashtun. La polizia ha ordine di sparare a vista sugli agitatori e dice che oggi ci sono meno scontri. Un dissidio vecchio di decenni, per ragioni etniche ed economiche.

Islamabad (AsiaNews/Agenzie) – Gli scontri tra gruppi rivali hanno causato altri quattro morti oggi a Karachi. La polizia dice che la violenza diminuisce e che non ci sono stati grandi scontri, dopo che in quattro giorni sono morte oltre 40 persone con centinaia di feriti. Ma la gente continua a fuggire dalla città (nella foto).

Per mesi nella città di 15 milioni di abitanti, maggiore centro commerciale del Paese, è cresciuta la tensione tra il Muttahida Quami Movement (Mqm) - che rappresenta la maggioranza etnica Urdu, in gran parte discendenti di profughi dall’India per la divisione nel 1947 - e l’Awami National Party (Awp) della minoranza Pashtun, proveniente dal nordovest del Paese e dall’Afghanistan in cerca di lavoro. Alcuni leader Mqm hanno accusato i militanti talebani – per gran parte Pashtun - di voler controllare la città. L’Anp risponde che è “un complotto” contro i Pashtun della città. Nelle ultime settimane, attivisti, ritenuti del Mqm, hanno costretto alla chiusura decine di sale da tè e negozi dei Pashtun in zone a maggioranza Urdu. Le violenze sono esplose il 29 novembre dopo l’uccisione di un Pashtun proprietario di un locale da tè. Gruppi di Pashtun hanno reagito prendendo il controllo di vari punti di entrata nella città.

Ci sono stati conflitti a fuoco tra i gruppi rivali, negozi e auto incendiati, case assalite. Cecchini su automobili e motociclette si sono aggirati per la città sparando in modo indiscriminato su pedoni e veicoli. Gli scontri sono proseguiti e aumentati fino a ieri, suscitando il timore di un ritorno alle violenze sistematiche scoppiate nei primi anni ’90. Non sono serviti gli appelli alla calma dei due partiti e del Partito del popolo pakistano del presidente Asif Ali Zardari. Per controllare la città, la polizia ha ordine di sparare a vista su chi crei disordini e sono state proibite le motociclette. Oggi le scuole sono rimaste chiuse e il traffico veicolare è minimo, ma le banche hanno lavorato normalmente.

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