05/06/2007, 00.00
LIBANO
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Quarto attentato in due settimane, resta alta la tensione intorno ai campi

di Youssef Hourani
A Beirut un’esplosione accanto ad un centro commerciale ed alla chiesa di S. Tekla ha provocato una quindicina di feriti. La condanna dell’arcivescovo maronita della capitale. Gruppi palestinesi dicono di voler fermare gli attacchi dei terroristi. Israele denuncia: Hezbollah sta tornando a sud del fiume Litani, zona affidata all’Unifil.

Beirut (AsiaNews) – Quarto attentato in due settimane, in Libano, mentre non cala la tensione intorno ai campi profughi di Nahar al-Bared, a nord di Beirut e di Ain al-Hilweh, nel sud, dove anche oggi si registrano scambi di colpi di armi da fuoco.

L’attentato avvenuto questa notte è stato provocato da una bomba che ha fatto saltare in aria un bus, vuoto, parcheggiato vicino al centro commerciale Abdel-Massih e alla chiesa di Santa Tekla, a Sad Boushriyeh, nel nordest di Beirut. L’esplosione ha provocato più di 15 feriti, non gravi, e la distruzione di una decina di negozi e di una ventina di automobili.

L’attentato di stanotte, fa seguito a quelli del 20 maggio nel quartiere cristiano di Ashraffiyeh – che ha provocato un morto 10 feriti - del 21 in quello a maggioranza sunnita di Vedun – 10 feriti – ed infine, del 23, nella città di Aley, zona drusa nella Montagna libanese, che ha provocato 16 feriti. Secondo una fonte della sicurezza, l’esplosivo usato stanotte sarebbe simile a quello che il 13 febbraio aveva fatto saltare due bus nella cittadina cristiana di Ein Alaq – provocando una ventina di morti e feriti – e del quale il governo accusò Fatah al-Islam, il gruppo terroristico che da più di due settimane è asserragliato nel campo di Nahr al-Bared.

L'esplosione di questa notte non ha potuto impedire, oggi, alle campane di Santa Tekla di suonare. L'arcivescovo maronita di Beirut, mons Paul Matar, che sta partecipando con tutti i vescovi maroniti al Sinodo patriarcale a Bkerke, sotto la presidenza del patriarca Narsralah Sfeir, ha espresso la sua forte condanna contro questo attentato “strumento di odio”, che ha colpito la zona povera di Sad Boushriyeh ed ha invitato i fedeli della sua diocesi a non temere perché “la bontà di Dio supera l’inimicizia degli uomini". Mons. Matar ha rinnovato l'appoggio incondizionato all'esercito libanese “che sta difendendo la sovranità del Paese”.

Sul fronte dei campi profughi, da registrare che il capo di al-Fatah in Libano, Sultan Abul Aynain ha affermato che i palestinesi si opporranno “anche con la forza” al propagarsi in altri campi – nel Paese sono 12 – dell’azione dei gruppi terroristi. Ad Ein al-Hilweh, tre gruppi islamici palestinesi, Usbat al-Ansar, Islamic Jihadists Movement e Ansar ullah, hanno detto di aver dato vita ad una forza comune per impedire ulteriori scontri tra il gruppo terrorista di Jund al-Sham e l’esercito.

In Israele, intanto, il quotidiano Haaretz riferisce che il capo del Dipartimento per la ricerca dell'Intelligence militare, generale Yossi Baidaz, ha riferito alla Knesset che i miliziani di Hezbollah stanno tornando a sud del fiume Litani, nel Libano meridionale, malgrado la zona sia affidata all'Unifil. A suo giudizio, “Hezbollah continua a recuperare la propria forza, sia militare sia sociale. Riceve grandi quantità di armi dalla Siria e dall'Iran e si prepara ad un possibile confronto per la prossima estate, pur non essendo interessato ad iniziarlo”.

 

 

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