Pyongyang: purga di regime, fucilati "con 60 proiettili" cinque funzionari
Giustiziati a fine ottobre nella base militare della contea di Seoncheon, provincia di North Pyongan. Una sesta persona si è suicidata, cacciati anche il responsabile locale della Nsa e dieci quadri di partito. A settembre licenziati oltre 30 quadri di partito a Shinuiju.
Seoul (AsiaNews/Agenzie) – Il regime nord-coreano ha giustiziato almeno cinque fra funzionari di governo e quadri del Partito comunista nella provincia di North Pyongan, a est del Paese lungo il confine con la Cina. Alle esecuzioni di massa si aggiunge anche il suicidio di un sesto funzionario, nel timore di venire ucciso come i colleghi nella purghe ordinate dalla dittatura. Le morti dei giorni scorsi – sarebbero avvenute verso la fine di ottobre – seguono la cacciata ordinata a settembre di oltre 30 quadri di partito di Shinuiju, il capoluogo, e di altre zone della provincia di North Pyongan.
Secondo il Daily North Korean (sito che si occupa della situazione interna al regime di Kim Jong-il), la vicenda risale al 28 ottobre ed è avvenuta nel villaggio di Unjong, sull’isola di Shinmi, parte della contea di Seoncheon, circa 70 km a sud-est di Shinuiju. Elementi del regime hanno riunito “i quadri provinciali del Partito e alcuni lavoratori nel settore del commercio” nella sede della contea di Seoncheon, per riferire dei risultati emersi dalle ispezioni compiute nelle settimane precedenti.
In risposta a presunti casi di corruzione e malaffare, i funzionari hanno ordinato l’esecuzione del capo dell’unità, il suo vice (una donna di 39 anni), il capitano di un peschereccio, il funzionario di Partito addetto alla distribuzione del cibo e il capo della cooperativa agricola del villaggio di Unjong. I cinque sono stati giustiziati con 60 proiettili “al poligono di tiro della caserma dell’esercito” della contea di Seoncheon. In particolare, il capitano dell’imbarcazione è stato condannato a morte perché sospettato – aggiunge il Daily NK – di aver trafugato 60mila dollari, depositandoli in una banca in Cina.
Fonti locali aggiungono inoltre che il funzionario locale addetto alla giustizia si sarebbe suicidato nel timore di venire anch’egli giustiziato; a questo, si aggiunge “la cacciata del responsabile locale dell’Agenzia per la sicurezza nazionale (Nsa) e dieci quadri di partito”. La particolarità di questa “purga” di regime, concludono le fonti, consiste nel fatto che le indagini e le condanne a morte sono stare eseguite da un team di “ispettori” giunto dalla provincia di North Hamkyung (per compiere il lavoro con “freddezza e distacco”), e non dalla capitale Pyongyang.
Secondo il Daily North Korean (sito che si occupa della situazione interna al regime di Kim Jong-il), la vicenda risale al 28 ottobre ed è avvenuta nel villaggio di Unjong, sull’isola di Shinmi, parte della contea di Seoncheon, circa 70 km a sud-est di Shinuiju. Elementi del regime hanno riunito “i quadri provinciali del Partito e alcuni lavoratori nel settore del commercio” nella sede della contea di Seoncheon, per riferire dei risultati emersi dalle ispezioni compiute nelle settimane precedenti.
In risposta a presunti casi di corruzione e malaffare, i funzionari hanno ordinato l’esecuzione del capo dell’unità, il suo vice (una donna di 39 anni), il capitano di un peschereccio, il funzionario di Partito addetto alla distribuzione del cibo e il capo della cooperativa agricola del villaggio di Unjong. I cinque sono stati giustiziati con 60 proiettili “al poligono di tiro della caserma dell’esercito” della contea di Seoncheon. In particolare, il capitano dell’imbarcazione è stato condannato a morte perché sospettato – aggiunge il Daily NK – di aver trafugato 60mila dollari, depositandoli in una banca in Cina.
Fonti locali aggiungono inoltre che il funzionario locale addetto alla giustizia si sarebbe suicidato nel timore di venire anch’egli giustiziato; a questo, si aggiunge “la cacciata del responsabile locale dell’Agenzia per la sicurezza nazionale (Nsa) e dieci quadri di partito”. La particolarità di questa “purga” di regime, concludono le fonti, consiste nel fatto che le indagini e le condanne a morte sono stare eseguite da un team di “ispettori” giunto dalla provincia di North Hamkyung (per compiere il lavoro con “freddezza e distacco”), e non dalla capitale Pyongyang.
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