Pyongyang: presto libero il missionario Usa entrato in Corea del Nord a Natale
Lo annuncia l’agenzia ufficiale di Stato Kcna, secondo cui le autorità del regime comunista hanno deciso di “Perdonare e rilasciare”. Robert Park, 28enne cristiano, avrebbe ammesso che la sua visione era “falsa” perché basata sulla “propaganda occidentale”. Attivisti sud-coreani: confessione falsa o estorta sotto minaccia.
Seoul (AsiaNews/Agenzie) – Pyongyang ha annunciato il rilascio a breve di Robert Park, cittadino americano di origine coreana, entrato illegalmente in Corea del Nord il giorno di Natale. Lo riferisce l’agenzia ufficiale nord-coreana Kcna, spiegando che le autorità hanno deciso di “perdonare e rilasciare” l'uomo. L’attivista cristiano è leader di un network internazionale per la difesa dei diritti umani in Corea: egli ha compiuto il gesto dimostrativo per chiedere a Kim Jong-il e agli altri leader del regime di Pyongyang di “pentirsi” per i loro peccati e liberare i nordcoreani dalla schiavitù.
L’agenzia di Stato nord-coreana sottolinea che il 28enne attivista di Freedom and Life for All North Koreans avrebbe ammesso la sua colpa. “L’organismo competente della Repubblica popolare democratica di Corea – riferisce la Kcna – ha deciso con indulgenza di perdonarlo e rilasciarlo, ritenendo valida la sua ammissione [di colpa] e il sincero pentimento per le cattive azioni”.
Robert Park è originario di Tucson, in Arizona, e ha varcato illegalmente i confini fra Cina e Corea del Nord la notte di Natale, camminando sulla superficie ghiacciata del fiume Tumen. La sequenza che testimonia l’ingresso in territorio nord-coreano pare sia stata filmata da un amico dell’attivista, di nome Kim, arrestato il 15 gennaio dalle autorità cinesi a Yanji, nella provincia di Jilin.
Attivisti sud-coreani vicini a Park aggiungono che il missionario portava con sé una lettera in cui invitava il “Caro leader” Kim Jong-il a liberare tutti i prigionieri politici del Paese e a migliorare la i diritti umani nel regime comunista. Park, secondo quanto afferma la Kcna, avrebbe ammesso che la sua visione della Corea del Nord era “falsa, perché basata sulla propaganda occidentale”.
Leader cristiani sud-coreani, che si battono a difesa dei diritti umani, non credono alle dichiarazioni ufficiali e sospettano che sia “falsa” o estorta “sotto minaccia”. Tuttavia, la decisione di liberare l’attivista di origini americane potrebbe migliorare le relazioni con Washington, in un momento di stallo della diplomazia internazionale sulla questione nucleare nord-coreana.
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