Pyongyang: fine dell’armistizio, pronti alla guerra con la Corea del Sud
La Corea del Nord minaccia “risposte militari” alla decisione di Seoul di aderire al patto di non trasferimento di tecnologie e armi di distruzione di massa. Il regime comunista ha riavviato l’impianto di Yongbyon e avrebbe plutonio sufficiente per produrre sei bombe nucleari.
Seoul (AsiaNews/Agenzie) – Pyongyang dice di non sentirsi più “vincolata” all’armistizio sottoscritto con Seoul nel 1953, al termine della guerra fra le due Coree, e minaccia “risposte militari” alla decisione del Sud di aderire alla Proliferation Security Initiative (Psi), iniziativa voluta dall’ex presidente Usa George Bush per impedire il trasferimento di tecnologie e armi di distruzione di massa.
Cresce la tensione nella penisola coreana: negli ultimi giorni il regime comunista del Nord ha effettuato una serie di test missilistici, ha sperimentato una bomba nucleare pari a 20 kiloton facendola esplodere nel sottosuolo, ha riaperto il reattore nucleare di Yongbyon e dice di non poter garantire “la sicurezza alle navi che transitano al largo della costa occidentale”.
In un comunicato diffuso dall’agenzia ufficiale Korean Central News Agency (Kcna), Pyongyang sottolinea che “la penisola coreana torna ad uno stato di guerra” e la “nostra armata non si considera più vincolata all’armistizio”. Alla base della presa di posizione del regime comunista del Nord pare vi sia la decisione di Seoul di aderire all’iniziativa avviata nel 2003 da George Bush per impedire il trasferimento di tecnologie e armi di distruzioni di massa (Psi). Il Nord afferma di considerare un “atto di guerra” il tentativo di fermare cargo nord-coreani per una verifica del carico a bordo.
Fonti di intelligence confermano che dalla metà di aprile ha ripreso a funzionare il complesso nucleare di Yongbyon, nel quale viene prodotto plutonio utilizzato per fabbricare testate nucleari. L’impianto era stato chiuso nel 2007, in seguito agli accordi di pace fra le due Coree. Una reazione – sottolinea Pyongyang – alla condanna del Consiglio di sicurezza Onu per il lancio del missile/satellite dello scorso aprile. Rapporti bene informati indicano che il regime comunista avrebbe a disposizione plutonio sufficiente per produrre almeno sei bombe nucleari.
Analisti riferiscono che la nuovo prova di forza voluta da Kim Jong-il sia in realtà un tentativo di ottenere maggiori concessioni economiche e politiche dalla comunità internazionale. La Corea del Nord necessita di forniture elettriche e cibo, nell’ultima decade il Paese ha attraversato lunghi periodi di carestia e ancora oggi un quarto della popolazione necessita di aiuti per sopravvivere.
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