Pyongyang: "Abbiamo abbastanza atomiche per difenderci da un attacco Usa"
Per il governo giapponese l'affermazione è "una sfida alla pace mondiale".
Pyongyang (AsiaNews/Agenzie) - Kim Gye Gwan, vice-ministro degli Esteri nordcoreano, ha dichiarato oggi che "la Corea del Nord sta costruendo nuove bombe nucleari" ed "è in grado di armare i suoi missili con testate nucleari". "Dovrei dire ha aggiunto durante un'intervista che abbiamo abbastanza bombe nucleari per difenderci da un attacco americano".
L'affermazione, per il governo giapponese, rappresenta "una sfida per la pace mondiale" e spegne le speranze delle ultime settimane, durante le quali si sono incrociati pessimismo e cauto ottimismo dopo un incontro informale, il 13 maggio scorso a New York, tra diplomatici americani e nordcoreani e una serie di contatti sulla possibile ripresa dei negoziati a sei. Il portavoce del governo giapponese, Hiroyuki Hosoda, questa mattina ha dichiarato che sul problema del nucleare il suo Paese e gli Stati uniti "condividono la stessa convinzione. Siamo convinti ha aggiunto che la Cina, la Russia, come la Corea del sud, avranno la stessa opinione". "Il mondo intero ha detto infine collabora sulla questione della non-proliferazione nucleare ed il Giappn non ha cambiato la sua convinzione sulla necessità di regolare la questione attraverso i negoziati a sei".
I "colloqui a 6 sul nucleare" sono delle trattative fra Usa, Giappone, Corea del Nord, Corea del Sud, Cina e Russia per il disarmo nucleare: Pyongyang ha lasciato il tavolo dopo la terza sessione di incontri (giugno 2004). Il 10 febbraio 2005 il regime nord coreano ha confermato ufficialmente di avere la disponibilità di un arsenale atomico e l'intenzione di accrescerne la potenza. Dopo circa un mese è stato riattivato il reattore nucleare di Yongbyon 90 chilometri a nord della capitale in grado di produrre, secondo gli esperti internazionali, il plutonio necessario per circa 6 bombe atomiche.
La Corea del Nord ha affermato che "al momento opportuno" darà una risposta sul suo ritorno o no al tavolo negoziale, ma finora, secondo Washington, non c'è stata alcune "risposta sostanziale".