Pyongyang “non vede l’ora” di riprendere i Colloqui sul nucleare
Il governo nordcoreano “pronto” a rimettersi al tavolo sul disarmo atomico. Anzi, “non ha mai cambiato idea” e vuole che tutto riparta “il prima possibile”. L'affermazione evidenza la disperazione del regime.
Seoul (AsiaNews/Agenzie) - Pyongyang “non vede l’ora” di riprendere i Colloqui a sei sul disarmo nucleare, che potranno ripartire “il prima possibile” e soprattutto “senza alcuna condizione”. Lo dichiara un portavoce del ministero degli Esteri nordcoreano, secondo cui il regime “non ha cambiato in alcun modo” il proprio atteggiamento, “da sempre desideroso” di riprendere il confronto.
I Colloqui a sei sono un gruppo di lavoro composto da Cina, Russia, Stati Uniti, Giappone e le due Coree che si propone di limitare la proliferazione nucleare nell’Asia orientale. I dialoghi sono stati interrotti nel 2009, dopo un doppio attacco militare e una serie di test atomici non autorizzati portati avanti dal regime dei Kim. Pyongyang si è ritirata in maniera unilaterale la prima volta, per essere poi espulsa dopo un secondo test non autorizzato.
Le dichiarazioni di oggi seguono l’apertura che il governo americano ha fatto nei confronti dei nordcoreani. Parlando a margine del vertice Asean che si è svolto a metà luglio in Indonesia, il Segretario di Stato statunitense Hillary Clinton aveva detto che la ripresa dei Colloqui “è necessaria”, ma aveva aggiunto: “Non abbiamo intenzioni di fare concessioni al regime”.
La dichiarazione del governo del Nord lascia pensare a una risposta positiva a questa apertura, ma nasconde anche l’impazienza di riprendere i rapporti diplomatici con Seoul. L’espulsione dai Colloqui ha infatti comportato anche il blocco degli aiuti umanitari, e la conseguente carestia nel Paese.
I Colloqui a sei sono un gruppo di lavoro composto da Cina, Russia, Stati Uniti, Giappone e le due Coree che si propone di limitare la proliferazione nucleare nell’Asia orientale. I dialoghi sono stati interrotti nel 2009, dopo un doppio attacco militare e una serie di test atomici non autorizzati portati avanti dal regime dei Kim. Pyongyang si è ritirata in maniera unilaterale la prima volta, per essere poi espulsa dopo un secondo test non autorizzato.
Le dichiarazioni di oggi seguono l’apertura che il governo americano ha fatto nei confronti dei nordcoreani. Parlando a margine del vertice Asean che si è svolto a metà luglio in Indonesia, il Segretario di Stato statunitense Hillary Clinton aveva detto che la ripresa dei Colloqui “è necessaria”, ma aveva aggiunto: “Non abbiamo intenzioni di fare concessioni al regime”.
La dichiarazione del governo del Nord lascia pensare a una risposta positiva a questa apertura, ma nasconde anche l’impazienza di riprendere i rapporti diplomatici con Seoul. L’espulsione dai Colloqui ha infatti comportato anche il blocco degli aiuti umanitari, e la conseguente carestia nel Paese.
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