30/01/2009, 00.00
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Pyongyang strappa gli accordi politici e militari con la Corea del Sud

Secondo il regime comunista del nord i due Paesi sono “sull’orlo della guerra”. Seoul cerca di abbassare il livello dello scontro e invoca il dialogo. Analisti ritengono la mossa di Pyongyang un tentativo di acquisire maggiore peso nei negoziati con gli Usa. Ma non si esclude l’ipotesi di una guerra fra le due Coree.

Seoul (AsiaNews/Agenzie) – La Corea del Nord sta strappando tutti gli accordi militari e politici sottoscritti con la Corea del Sud e accusa Seoul di continuare la politica ostile verso il Nord. Secondo Pyongyang la linea dura decisa dal governo di Lee Myung-bak ha spinto i due Paesi “sull’orlo della guerra” e non esclude la possibilità di “imminenti scontri navali” nella Northern Limit Line, il confine marino a ovest della penisola coreana al centro di una disputa decennale fra i due Paesi.

“Tutti i punti dell’accordo, riguardanti la questione di mettere la parola fine allo scontro politico e militare tra il Nord e il Sud, saranno dichiarati nulli” ha annunciato il Comitato nord-coreano per la riunificazione pacifica delle due Coree, il quale aggiunge che la situazione è arrivata a un punto tale da non far presagire “soluzioni per un miglioramento [delle relazioni] o la speranza di riportarle sulla giusta via”. Il documento arriva a pochi giorni di distanza dall’incontro ufficiale fra il dittatore del nord Kim Jong-il e un diplomatico cinese di alto livello, durante il quale il “Caro Leader” ha detto di non volere “vedere emergere tensioni nella penisola coreana”.

Seoul cerca di abbassare il livello di scontro, si dice “dispiaciuta” per la presa di posizione del regime comunista nord-coreano e invoca il “dialogo”. “Il nostro governo esprime grande dispiacere – riferisce Kim Ho-Nyoun, portavoce del Ministero sud-coreano per la riunificazione – e invita la Corea del Nord ad accettare la nostra chiamata al dialogo il prima possibile”. Ad aumentare il livello di scontro fra i due Paesi potrebbe avere contribuito anche la nomina di Hyun In-taek, professore di relazioni internazionale alla Korea University e considerato un “falco” nell’ambiente, alla guida del dicastero incaricato di mantenere i rapporti con il Nord. Un segnale forte inviato dal presidente sud-coreano Lee, con cui ribadisce di non cedere di un passo di fronte alla questione nucleare nord-coreana e alle minacce del regime comunista. Seoul ha sempre ribadito di far dipendere gli aiuti economici e commerciali allo smantellamento del programma nucleare da parte del regime nord-coreano.

Secondo alcuni analisti Pyongyang ha voluto alzare di proposito il livello di tensione con il Sud, per acquisire maggiore peso nei negoziati con la nuova amministrazione americana di Barack Obama. Ma i più pessimisti non escludono la possibilità di una guerra di piccola scala nella regione.

Dal 1953, anno in cui si conclusa la guerra fra le due Coree, non è mai stato sottoscritto un accordo formale di pace, ma nel tempo i rapporti fra i due Paesi erano migliorati: dal 2000 sono stati avviati progetti economici comuni e si sono riunite – con visite reciproche – molte famiglie divise in passato dalla guerra.

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