Pyongyang sempre più isolata dopo il "successo" di un terzo test nucleare
Seoul (AsiaNews/Agenzie) - La Corea del Nord ha annunciato oggi di aver attuato un nuovo test nucleare, che è stato "un successo", attirandosi le critiche della comunità internazionale.
L'agenzia statale Kcna riporta che "il test è stato condotto ad alto livello, in maniera perfetta e sicura usando uno strumento nucleare più leggero e ridotto, con una forza esplosiva più potente di prima, che non ha creato alcun impatto negativo all'ambiente ecologico circostante".
Secondo alcune agenzie di verifica, si è verificato un leggero terremoto di magnitudo 4,9 verso le 11.57 di oggi nella zona di Punggye-ri, dove si trova un sito nucleare sotterraneo.
Il timore più grande viene dalla "miniaturizzazione" degli strumenti nucleari. Ciò significa che Pyongyang potrebbe produrre testate nucleari abbastanza piccole da essere caricate su missili a lunga gittata.
Il ministero della Difesa di Seoul ha stimato che la bomba portava un carico di 6-7 chilotoni, più alto dei precedenti due esperimenti nel 2006 e 2009. Per fare un paragone, la bomba scoppiata ad Hiroshima portava 14 chilotoni.
Questo terzo esperimento era stato preannunciato con grande retorica dai media del regime; anche la minaccia di continuare esperimenti nucleari data da almeno tre settimane, da quando l'Onu ha accresciuto le sanzioni contro la Corea del Nord, dopo che questa ha compiuto lanci sperimentali con alcuni missili.
Ban Ki-moon, segretario generale Onu, ha condannato il test nucleare come "deplorevole" ricordando che in tal modo Pyongyang sfida tutti gli appelli internazionali a non compiere tali gesti provocatori.
Martin Nesirky, portavoce di Ban Ki-moon, ha anche dichiarato che il test " è una evidente e grave violazione delle risoluzioni più importanti del Consiglio di sicurezza".
Il Consiglio di sicurezza dell'Onu terrà oggi un incontro di emergenza a porte chiuse sul test nucleare della Nordcorea.
Il Consiglio dell'Onu appare più compatto nei confronti di Pyongyang: le ultime sanzioni sono state votate anche con l'appoggio di Pechino, che era rimasto l'unico vero alleato della dittatura dei Kim.