Pyongyang propone pace e accordo sul nucleare. Gli Usa: prima i diritti umani
di Theresa Kim Hwa-young
La Corea del Nord chiede negoziati per la fine delle sanzioni e la firma di un accordo. Per gli Stati Uniti la normalizzazione dei rapporti è legata alla questione dei diritti umani, che definiscono “raccapricciante”. Alle ambasciate americane nel mondo l’ordine di accogliere i rifugiati nord-coreani.
Seoul (AsiaNews) – Pyongyang chiede nuovi negoziati con Washington, per la firma di un trattato di pace e la fine delle sanzioni Onu sul programma nucleare. È quanto riferisce l’agenzia ufficiale nord-coreana Kcna, citando fonti del Ministero degli esteri. La questione verrebbe discussa in un incontro riservato fra i Paesi firmatari dell’armistizio o nel contesto dei colloqui a Sei sul nucleare. Ma per gli Stati Uniti la normalizzazione dei rapporti è legata ai diritti umani, la cui situazione è giudicata “raccapricciante”.
“La conclusione di un trattato di pace – afferma Pyongyang – aiuterà a mettere fine alle relazioni ostili tra la Corea del Nord e gli Stati Uniti e promuoverà positivamente e in tempi rapidi il cammino di denuclearizzazione della penisola coreana”. Per il regime del Nord, lo “stato di guerra” che perdura fra i due Paesi è una delle ragioni alla base delle “relazioni ostili”.
La rimozione di barriere che causano “discriminazione e sfiducia, come le sanzioni”, si legge nella nota del Ministero nord-coreano degli esteri, possono contribuire “alla riapertura a breve dei colloqui a Sei sul nucleare”. I colloqui a Sei compendono Stati Uniti, Corea del Nord, Corea del Sud, Russia, Giappone e Cina.
Le due Coree sono ancora oggi formalmente in guerra, poiché non è mai stato sottoscritto un accordo di pace dalla fine del conflitto, ma solo un armistizio. Usa e Nazioni Unite, in rappresentanza della Corea del Sud, hanno firmato il cessate il fuoco con Corea del Nord e Cina che ha messo fine alla guerra di Corea, del 1950/53.
Tuttavia, l’amministrazione Usa ricorda come la normalizzazione dei rapporti sia legata alla questione dei diritti umani, la cui situazione è “raccapricciante”. Robert King, inviato speciale Usa per i diritti umani in Corea del Nord, conferma che il Paese comunista “è uno dei posti peggiori in termini di insufficienza di diritti umani”.
King è giunto oggi in Corea del Sud per una quattro giorni di vista – in programma dall’11 al 14 gennaio – e confermerà la linea di Washington verso Pyongyang: un accordo generale che riguarda sia la questione nucleare, sia il rispetto dei diritti umani.
Le ambasciate Usa nel mondo hanno ricevuto l’ordine di facilitare l’accoglienza di dissidenti nord-coreani in cerca di asilo politico.
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