Pyongyang propaganda l’affondamento della Cheonan, ma nega ogni responsabilità
Poster con l’immagine di una nave spezzata in due e slogan minacciosi verso Seoul. Tuttavia il regime nordcoreano continua a definire la vicenda una “montatura” e respinge le accuse. Rimandato il vertice previsto ieri fra il Comando Usa-Onu e ufficiali della Corea del Nord.
Seoul (AsiaNews/Agenzie) – Pyongyang utilizza l’affondamento della corvetta sud-coreana Cheonan a fini di propaganda. Radio Free Asia (Rfa) ha diffuso l’immagine di un poster, contenente una nave blu spaccata in due da un pugno colorato di rosso (nella foto). A consegnare il documento è stato un commerciante cinese, di rientro da un viaggio di affari in Corea del Nord. In basso, il poster reca lo slogan: “Se venite da noi, (vi distruggeremo) con un solo soffio!”. Intanto il regime nordcoreano ha rimandato i colloqui con il Comando Onu guidato dagli Stati Uniti, previsti per la giornata di ieri.
Il commerciante, contattato da Rfa, riferisce di aver incontrato “diversi funzionari nordcoreani i quali, quando l’amministrazione [del presidente sud-coreano] Lee Myung-bak definiva la Corea del Nord criminale, insistevano che si trattasse di una montatura”. Tuttavia, continua la fonte cinese, “mentre affermavano di non aver attaccato la Cheonan”, appariva contraddittorio “reclamizzarlo con un poster che mostra il retro di una nave spezzata in due”.
Una fonte militare di Seoul spiega che “l’immagine richiama una nave da guerra molto simile alla Cheonan” e sembra servire a “mantenere alto il morale dei soldati”. La corvetta è stata affondata il 26 marzo scorso nei pressi del confine marittimo fra le due Coree. Il regime comunista ha negato ogni responsabilità per l’incidente, costato la vita a 46 marinai di Seoul, ma un’indagine internazionale ha attribuito il naufragio della nave a un siluro nordcoreano.
Ieri, intanto, la Corea del Nord ha rimandato i colloqui previsti fra il comando delle Nazioni Unite in Corea del Sud – guidato dagli Stati Uniti – e una delegazioni di alti ufficiali di Pyongyang. Il rinvio sarebbe giustificato da “motivi amministrativi” non meglio specificati. L’incontro era in programma ieri nel villaggio di Panmunjom, nella zona demilitarizzata che separa le due Coree, e avrebbe dovuto “preparare il terreno” per futuri colloqui di alto livello.
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