Pyongyang cede e distrugge la torre “atomica”
Crolla in mondovisione la torre di raffreddamento della centrale nucleare di Yongbyon, dove venne preparato il test atomico del 2006. Una grande vittoria della diplomazia statunitense e cinese, anche se è ancora in forse la rimozione della Corea del Nord dalla lista degli Paesi canaglia.
Seoul (AsiaNews) – Dopo mesi di pressioni internazionali, il regime nordcoreano ha accettato di consegnare i dettagli del suo programma nucleare ed ha abbattuto la torre di raffreddamento della sua centrale nucleare di Yongbyon, in cui era stato preparato il test atomico dell’ottobre 2006.
Secondo alcuni analisti sudcoreani, la distruzione della torre è “il primo atto concreto, altamente simbolico, del processo di smantellamento del programma nucleare”. Questo è stato intrapreso da Pyongyang in cambio di aiuti alimentari ed energetici, promessi dalla comunità internazionale.
L'esplosione della torre di quello che è il principale complesso nucleare nordcoreano è avvenuta alle 16 (ora locale). Il gesto è anche una sorta di “garanzia di buona volontà” nei confronti degli Stati Uniti, che ieri hanno deciso di revocare parte delle sanzioni commerciali comminate al Paese asiatico e di eliminarlo dalla lista nera dei "Paesi canaglia" che sostengono il terrorismo.
Su questo punto, sottolinea oggi il segretario di Stato americano Condoleezza Rice, “si deve ancora discutere. Lo statuto del Congresso americano prevede che ci sia un periodo di 45 giorni prima che la decisione del presidente George Bush sulla Corea del Nord diventi efficace”. Al momento, gli analisti Usa sono al lavoro su un protocollo di verifica, incaricato di testare la veridicità del documento presentato dal regime di Kim Jong-il.
In ogni caso, il positivo sviluppo della questione nordcoreana è stato accolto con favore dall’opinione pubblica internazionale e dai governi coinvolti nei colloqui a sei sul disarmo nucleare (Cina, Russia, Giappone, Stati Uniti, Corea del Nord e Corea del Sud). Secondo molti esperti, proprio la combinazione fra le diplomazie dei diversi Paesi, ed il diverso modo di trattare con Pyongyang, ha convinto il regime dell’impossibilità di continuare sulla strada del nucleare.
Da una parte va registrata la tenacia di Washington, che non ha mai abbandonato le richieste di una trattativa seria sulla questione nucleare ed ha proposto diverse ipotesi al regime stalinista. Dall’altra vi è Pechino, unico e grande partner della Corea del Nord, che non ha esitato a mettere da parte la propaganda ed ha chiarito a Kim Jong-il che, senza smantellamento nucleare, avrebbe perso il fondamentale appoggio cinese.
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