Pyongyang, la comunità ortodossa sarà soggetta all'autorità di Alessio II
Il sinodo ortodosso russo ha deciso di accettare la richiesta presentata dal presidente della Commissione ortodossa nordcoreana, Giorgio Ho Ir Zin, ed ha accolto la comunità ortodossa nordcoreana fra i suoi membri.
Mosca (AsiaNews) I fedeli della chiesa ortodossa di Pyongyang, costruita in onore della "Trinità che dà la vita", saranno soggetti all'autorità canonica di Alessio II, patriarca di Mosca e di tutte le Russie. Lo ha deciso il Sinodo ortodosso russo il 17 luglio scorso, nel corso della sessione estiva che si è tenuta a S. Sergio, in risposta alla richiesta del presidente della Commissione ortodossa nordcoreana, Giorgio Ho Ir Zin.
La Commissione ortodossa è stata istituita dal governo nordcoreano nel 2002: padre Dionisy Pozdnyayev, un sacerdote ortodosso del Patriarcato di Mosca che, su invito di Pyongyang, esercita il ministero per gli stranieri ortodossi che vivono nella capitale, la definisce "un segno del riconoscimento ufficiale dell'ortodossia".
Il presidente ha espresso la richiesta formale nel corso di un incontro con Alessio II avvenuto lo scorso giugno. La decisione era quasi scontata, dato che il rapporto fra il patriarcato moscovita e la piccola comunità ortodossa nordcoreana è stretto e risale a molto tempo fa.
La missione spirituale russa si è infatti stabilita in Corea nel luglio del 1897: la benedizione della prima pietra della chiesa ortodossa di Pyongyang è avvenuta ad aprile 2003 per mano dell'arcivescovo di Kaluga e Borovsk, Climent, divenuto ora metropolita con il ruolo di amministratore del patriarcato di Mosca.
Il vescovo di Yegoryevsk, Marc, ha inoltre ordinato diaconi due studenti nordcoreani, Theodore Kim e John Ra, nel maggio del 2003: questi avevano studiato al seminario spirituale di Mosca e dopo l'ordinazione sono tornati a casa con il compito di rivitalizzare la comunità locale.
All'inizio del secolo scorso circa 10.000 coreani si erano convertiti all'ortodossia, grazie all'attività di missionari russi a Seoul, a Wonsan (ora nella Corea del Nord) ed in parecchi villaggi. Il dominio giapponese e la dittatura stalinista hanno interrotto lo sviluppo dell'evangelizzazione. L'attività è ripresa nella Corea del sud dove ora ci sono quattro chiese ortodosse: questi sembrano i primi segni di ripresa anche dall'altro lato del confine.
24/06/2016 15:15