Pyongyang, il “terzo Kim” ordina la decimazione dei quadri del Partito
Seoul (AsiaNews) – Dopo le alluvioni e l’ennesima carestia, un’altra disgrazia ha colpito la Corea del Nord: Kim Jong-un, terzogenito del dittatore Kim Jong-il e suo erede, ha infatti lanciato una campagna di purghe contro i funzionari del governo e del Partito dei lavoratori, al potere nel Paese dal 1953. Camuffata da “campagna contro la corruzione”, la decimazione dei quadri locali nasconde invece una vendetta personale del feroce 27enne, che non ha intenzione di rischiare il proprio potere quando il padre morirà.
Su suo ordine, la polizia politica coreana ha avviato una serie di ispezioni e arresti contro funzionari del Partito sospettati di corruzione. Secondo quanto riferisce a Seoul la North Korea Intellectuals Solidarity, un’associazione di cittadini nordcoreani fuggiti in Corea del Sud, all’inizio di novembre è partita un’ispezione di una settimana nella provincia nordorientale di Hamgyong del Nord, al confine con la Cina. Le indagini hanno portato all'arresto di 15 funzionari di alto livello, molti dei quali responsabili delle guarnigioni di frontiera, accusati di aver intascato tangenti per chiudere un occhio davanti ai tentativi di defezione e ai traffici illeciti.
Una fonte locale racconta: “Condotta da Kim Jong-un, la ricerca degli alti funzionari corrotti è in corso nel Paese. Il personale di grado gerarchico elevato sta tremando dalla paura, in quanto non si sa dove cadranno le teste”. Le purghe di Kim Jong-un trovano numerosi precedenti nella condotta del padre, Kim Jong-il, che negli anni Novanta ha ordinato numerose esecuzioni ogni qual volta si è presentata una situazione difficile da gestire.
Nel 1997 il “Caro leader” aveva fatto fucilare l’allora responsabile per l'agricoltura So Kwan-hi, che ha pagato con la vita le drammatiche conseguenze della carestia - decisa dal dittatore - che ha ucciso un milione di persone. Allo stesso modo, lo scorso marzo, sarebbe stato lo stesso Kim Jong-un ad avallare l’esecuzione di Pak Nam-gi, ex responsabile per le Finanze, principale sostenitore della fallimentare riforma valutaria di novembre 2009.
Proprio la ferocia del giovane, nominato dal padre vice segretario del Partito e vice presidente della Commissione militare centrale, avrebbe convinto Kim Jong-il a sceglierlo fra i numerosi figli e pretendenti al trono di Pyongyang. Per assicurarsi l’investitura, Jong-un – come rivelato da AsiaNews diversi mesi fa – ha condotto una campagna di violenze e intimidazioni nei confronti dei fratelli e della zia che ha molto colpito Kim Jong-il.