Putin candidato al Cremlino, Patriarcato di Mosca: esempio di integrità
di Nina Achmatova
La Chiesa ortodossa appoggia la scelta del premier di correre di nuovo per le presidenziali. Intanto lo scambio dei ruoli all’interno del tandem fa la prima vittima: defenestrato il ministro delle Finanze Kudrin.
Mosca (AsiaNews) – La Chiesa russo-ortodossa appoggia pienamente la decisione del capo del Cremlino, Dmitri Medvedev, di candidare il premier Vladimir Putin alle presidenziali del marzo 2012. Intanto la notizia dell’intenzione dei due leader di scambiarsi i ruoli dopo le presidenziali del prossimo anno ha già provocato uno tsunami politico con la destituzione del ministro delle Finanze e vice premier, Aleksei Kudrin.
L’arciprete Vsevolod Chaplin, capo del dipartimento per le Relazioni della Chiesa con la società, ha dichiarato all’agenzia Interfax Religion che la candidatura di Putin è un esempio di “cortesia e integrità”. “Quando mai nella storia russa è successo che il potere supremo nel Paese si consegni in modo così pacifico, dignitoso, onesto e amichevole?”, si chiede il sacerdote in modo retorico. E continua: “Si tratta di un genuino esempio di integrità e cortesia in politica, un esempio che, credo, sarebbe stata motivo di invidia per i nostri predecessori e per la gente che ha vissuto il periodo sovietico e, ancor di più, deve essere fonte di invidia per le persone della maggioranza dei Paesi del mondo, compresi quelli che provano a darci lezioni”.
Chaplin - che ha anche fatto un intervento durante il Congresso del partito putiniano Russia Unita in cui il 24 settembre è stato svelato il mistero sul candidato forte alle presidenziali – esprime infine piena fiducia nel sistema al potere: “In un Paese dove la pace, il welfare e persino le vite di milioni di persone dipendono dalla persona che guida la struttura del verticale dell’autorità, il passaggio di poteri deve essere estremamente responsabile, deve evitare ogni tipo di scontro, non solo tra individui ma anche tra larghi gruppi sociali, fomentati da quegli stessi individui”.
Anche se l’opposizione e i difensori dei diritti umani avvertono della possibilità di tensioni sociali, qualora Putin venisse rieletto (potrebbe governare fino al 2024 per due mandati consecutivi), per ora l’unico vero scontro evidente appare quello interno allo stesso tandem. Secondo gli analisti, ne è una prova la defenestrazione di Kudrin, stretto alleato e intimo amico di Putin, nonché apprezzato ministro delle Finanze.
Dopo essersi detto “non disposto” a entrare in un eventuale governo guidato da Medvedev, come prospettato dallo stesso zar Vlad, il ministro delle Finanze è stato destituito ieri dal Cremlino con l’approvazione del primo ministro. Una mossa che evidenzia la condivisione della scelta da parte del tandem e che, secondo il direttore della radio Eco di Mosca, Aleksei Venediktov, è stata presa per dimostrare all’esterno che la coppia al potere, nel mezzo di una vera crisi di fiducia reciproca – è invece solida e unita. L’obiettivo è spazzare via le critiche per l’avvicendamento dei ruoli e non intaccare l’immagine di Medvedev, nominato capolista di Russia Unita per le parlamentari di dicembre. A Kudrin potrebbe essere dato il posto di capo della Banca Centrale - suggeriscono alcuni esperti - per poi diventare consigliere economico di Putin, una volta che sarà tornato al Cremlino.
L’arciprete Vsevolod Chaplin, capo del dipartimento per le Relazioni della Chiesa con la società, ha dichiarato all’agenzia Interfax Religion che la candidatura di Putin è un esempio di “cortesia e integrità”. “Quando mai nella storia russa è successo che il potere supremo nel Paese si consegni in modo così pacifico, dignitoso, onesto e amichevole?”, si chiede il sacerdote in modo retorico. E continua: “Si tratta di un genuino esempio di integrità e cortesia in politica, un esempio che, credo, sarebbe stata motivo di invidia per i nostri predecessori e per la gente che ha vissuto il periodo sovietico e, ancor di più, deve essere fonte di invidia per le persone della maggioranza dei Paesi del mondo, compresi quelli che provano a darci lezioni”.
Chaplin - che ha anche fatto un intervento durante il Congresso del partito putiniano Russia Unita in cui il 24 settembre è stato svelato il mistero sul candidato forte alle presidenziali – esprime infine piena fiducia nel sistema al potere: “In un Paese dove la pace, il welfare e persino le vite di milioni di persone dipendono dalla persona che guida la struttura del verticale dell’autorità, il passaggio di poteri deve essere estremamente responsabile, deve evitare ogni tipo di scontro, non solo tra individui ma anche tra larghi gruppi sociali, fomentati da quegli stessi individui”.
Anche se l’opposizione e i difensori dei diritti umani avvertono della possibilità di tensioni sociali, qualora Putin venisse rieletto (potrebbe governare fino al 2024 per due mandati consecutivi), per ora l’unico vero scontro evidente appare quello interno allo stesso tandem. Secondo gli analisti, ne è una prova la defenestrazione di Kudrin, stretto alleato e intimo amico di Putin, nonché apprezzato ministro delle Finanze.
Dopo essersi detto “non disposto” a entrare in un eventuale governo guidato da Medvedev, come prospettato dallo stesso zar Vlad, il ministro delle Finanze è stato destituito ieri dal Cremlino con l’approvazione del primo ministro. Una mossa che evidenzia la condivisione della scelta da parte del tandem e che, secondo il direttore della radio Eco di Mosca, Aleksei Venediktov, è stata presa per dimostrare all’esterno che la coppia al potere, nel mezzo di una vera crisi di fiducia reciproca – è invece solida e unita. L’obiettivo è spazzare via le critiche per l’avvicendamento dei ruoli e non intaccare l’immagine di Medvedev, nominato capolista di Russia Unita per le parlamentari di dicembre. A Kudrin potrebbe essere dato il posto di capo della Banca Centrale - suggeriscono alcuni esperti - per poi diventare consigliere economico di Putin, una volta che sarà tornato al Cremlino.
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