Provincia indonesiana a maggioranza cristiana posticipa le elezioni a causa della Pasqua
di Mathias Hariyadi
Domani si vota per le politiche e le legislative. Dopo settimane di protesta il Comitato elettorale di East Nusa Tenggara rimanda il voto al 14 aprile. Solidarietà dai musulmani della provincia; contraria l’ala dell’islam radicale.
Jakarta (AsiaNews) – La Commissione elettorale di East Nusa Tenggara (Ntt), provincia indonesiana a maggioranza cristiana, ha posticipato al 14 aprile il voto per le elezioni politiche e legislative in programma domani. La decisione è stata presa dopo settimane di proteste – massicce, ma pacifiche – di migliaia di cristiani della zona, i quali chiedevano di poter partecipare alle celebrazioni previste per il Giovedì santo minacciando, in caso contrario, di disertare il voto.
Johannes Depa, responsabile del locale distretto elettorale, spiega che la decisione è stata presa “per venire incontro alle richieste delle persone”. Djiodon de Haan, portavoce della Commissione elettorale della Ntt, chiarisce che “il 14 aprile si terranno le elezioni in due distretti: East Flores e Lembata. Per gli altri il voto si terrà regolarmente il 9 aprile”. Il vice-presidente indonesiano Jusuf Kalla sostiene la scelta “se serve a garantire una maggiore partecipazione al voto”; consensi sono stati espressi pure da Frans Lebu Raya, governatore della provincia di East Nusa Tenggara.
Depa e de Haan, entrambi cattolici, sottolineano che i due distretti hanno tradizioni e riti caratteristici per la Pasqua, differenti rispetto alle altre zone dell’Indonesia, il Paese musulmano più popoloso al mondo. In passato la provincia di Ntt è stata teatro di conflitti a sfondo confessionale: nel settembre 2006 la fucilazione di tre cristiani ha scatenato violenti scontri di piazza. I tre uomini erano stati condannati a morte nel 2001, giudicati responsabili del massacro di numerosi musulmani durante gli scontri interreligiosi del 2000 a Poso.
Lo spostamento del voto è accolto con favore anche dalla comunità musulmana locale, solidale con i cristiani. “I fedeli vanno in chiesa per celebrare il Giovedì santo – spiega Abdul Kadir Yahya, musulmano e presidente della Commissione elettorale di East Flores – piuttosto che presenziare ai seggi elettorali. Se noi votassimo quel giorno, mentre i fedeli di altre religioni decidono di non farlo, ciò innescherebbe un conflitto interconfessionale”.
Le manifestazioni di solidarietà dei musulmani sono apprezzate dalla comunità cristiana, cattolica e protestante. Flory Mekeng, cattolico e funzionario del governo provinciale, chiarisce che la richiesta di spostare le elezioni era stata avanzata da tempo, ma non aveva mai ottenuto risposta. “Più del 90% della popolazione è cattolica o protestante – afferma. La scorsa settimana 19 gruppi della provincia hanno manifestato, chiedendo al governo di spostare le elezioni”. Whielmus Panda, responsabile del distretto elettorale di Lembata, aggiunge che i musulmani si sentivano “colpevoli” se “l’attenzione dei loro fratelli cristiani veniva divisa fra le celebrazioni per il Giovedì santo e il festival della democrazia”.
L’ala più radicale dei musulmani indonesiani, invece, si è opposta con forza alla decisione. “Se permettiamo una cosa simile – ribatte Tifatul Sembiring, del Prosperous Justice Party (Pks) – anche i fedeli di altre religioni saranno spinti ad avanzare simili richieste”. Egli ha inoltre paventato il pericolo di possibili “brogli elettorali” e un “aumento dei costi” per il cambio di data.
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