Proteste di Pechino e Seoul per la visita di Koizumi al tempio Yasukuni
Non è bastato che il premier nipponico abbia detto di andarci "a titolo individuale". La Cina parla di "grave provocazione", e anche in Giappone l'opinione pubblica è divisa. Può saltare il previsto semestrale incontro con il presidente sud coreano Roh Moo-hyun e Koizumi.
Tokyo (AsiaNews/Agenzie) Aspre critiche da Cina e Corea del Sud, ma anche da ambienti giapponesi, contro il premier Junichiro Koizumi per la visita di oggi al tempio Yasukuni.
Koizumi, in giacca e cravatta anziché nelle vesti tradizionali come altre volte, ha reso omaggio ai morti di guerra giapponesi, onorati nel tempio. Gli altri Stati protestano che lì sono commemorati anche 14 criminali di guerra di classe A, simbolo dell'occupazione nipponica in Corea dal 1910 al 1945 e delle atrocità commesse in Cina durante la seconda guerra mondiale.
Wang Yi, ambasciatore cinese a Tokyo, l'ha definita "una grave provocazione contro il popolo cinese" e ha ricordato che "il governo cinese si è opposto con fermezza alle visite di Koizumi al tempio Yasukuni, in ogni momento e in qualsiasi forma". L'ambasciata giapponese a Pechino è stata avvisata del pericolo di dimostrazioni antinipponiche e si temono possibili conseguenze per i prodotti giapponesi (il commercio con la Cina è pari a 212 miliardi di dollari Usa, copre il 13% dell'intero export nipponico ed è il secondo mercato dopo gli Stati Uniti).
Dal canto suo, Ban Ki-moon, ministro degli Esteri della Corea del Sud, ha fatto presente la "ferma protesta per la visita malgrado la nostra richiesta" contraria.
Sun Mira, addetto stampa per gli esteri della Corea del Sud, dopo la visita ha commentato che "sarà difficile, a meno che non cambi la situazione", che abbia luogo il previsto semestrale incontro tra il presidente sud coreano Roh Moo-hyun e Koizumi.
Koizumi ha sempre risposto che nel tempio sono onorati 2,5 milioni di morti giapponesi nelle guerre del secolo scorso e che rende onore alla loro memoria e non glorifica il militarismo. Ha dichiarato di esserci oggi andato "come privato cittadino". Ragioni non accettate dagli altri Stati e che dividono pure l'opinione pubblica nazionale. A settembre l'Alta Corte di Osaka ha dichiarato che le visite di Koizumi al tempio violano la costituzione, che sancisce la separazione tra Stato e religione.
Takenori Kanzaki, leader del partito New Komeito alleato di governo, ha definito la visita "degna di estremo biasimo". Seiji Maehara, leader del Partito democratico che è all'opposizione, ha pure dichiarato che è contrario alle visite. Ma molti cittadini osservano che Koizumi non deve cessare le visite "solo perché lo vuole la Cina". (PB)