Proteste contro il governo di Colombo che non opera contro gli aumenti dei prezzi
Colombo (AsiaNews) – Sono proseguite ieri in Sri Lanka vaste proteste pubbliche contro il governo per il forte aumento del prezzo del petrolio e la rapida crescita generale del costo della vita. La settimana scorsa il governo ha annunciato aumenti del 90% per le tariffe ferroviarie e del 27% per gi autobus pubblici.
Già il 2 giugno i due principali partiti d’opposizione, l’United National Party (Unp) e il Slfp Mahajana Wing, hanno organizzato una protesta chiamata Janabala Kahala Nadaya: hanno chiesto a tutti gli automobilisti di Colombo e dintorni di fermare per qualche minuto il veicolo a mezzogiorno, suonando il clacson e accendendo le luci in segno di protesta per l’incapacità del governo di contenere il costo della vita. Durante la protesta un conducente ha detto ad AsiaNews che “il carburante aumenta ma il nostro reddito no. Chi governa gode di indennizzi per il carburante, ma noi paghiamo di tasca nostra”. Ruben Silva, un altro dimostrante, osserva che “molta gente è povera e guadagna giorno per giorno di che vivere. Qualche giorno non guadagniamo abbastanza, ma i prezzi aumentano”.
Il presidente Mahinda Rajapaksa, ieri a Roma per il vertice delle Nazioni Unite sull’alimentazione, ritiene che la massima priorità del Paese sia “aumentare la produzione agricola, i caseifici e l’industria del pesce, per assicurare abbastanza cibo per la popolazione”. “Lo Sri Lanka non destinerà al biocarburante le aree buone per la produzione agricola”.
Ma Tissa Attanayake, segretario generale Unp, sostiene che il governo potrebbe ridurre le proprie spese, ad esempio “riducendo il numero dei componenti del suo ‘mega-gabinetto’ e quello dei consiglieri del presidente”, e che per contenere il costo della vita sarebbe sufficiente diminuire le elevate imposte sul petrolio.
06/07/2022 13:20
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