Proseguono gli arresti di chi difende i diritti, la popolazione cinese è esasperata
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Detenuto per “avere creato disordini” l’avvocato Ni Yulan, noto difensore dei diritti umani. “Scomparso” un altro avvocato Liu Xiaoyuan. Agli arresti domiciliari Shen Pelian che ha presentato petizioni denunciando la corruzione di importanti funzionari di Shanghai. Prosegue senza soste la persecuzione delle autorità contro chi difende i diritti umani e la democrazia, per prevenire una Rivoluzione dei gelsomini stile-cinese. Ma il Paese, colpito anche dall’inflazione, è sempre più una polveriera: ieri a Shanghai un sopruso di alcuni funzionari pubblici innesca una vera guerriglia urbana tra passanti e polizia.
Ni (nella foto) da anni difende i diritti umani. Nel 2002, mentre stava filmando la demolizione coatta della casa di un cliente, fu pestata a sangue dalla polizia che l’ha resa invalida e fu anche arrestata. Nel 2008 è stata di nuovo pestata e arrestata dalla polizia per avere difeso chi a Pechino è stato cacciato di casa per realizzare le grandiose strutture per le Olimpiadi.
Chi la conosce dice che Ni non ha mai parlato delle proteste che si sono propagate nel Medio Oriente e che molti auspicano avvengano anche in Cina. Nemmeno i parenti conoscono l’esatta accusa. Ma molti commentano che l’arresto conferma la volontà del Partito Comunista cinese di stroncare qualsiasi voce indipendente e democratica.
E’ invece scomparso da ieri l’avvocato Liu Xiaoyuan a Pechino, difensore dei diritti umani. Poco prima aveva scritto sul suo blog che qualcuno lo seguiva.
Da febbraio sono stati arrestati o sono scomparsi almeno altri 6 legali, tra cui Teng Biao e Jiang Tianyong.
La polizia ha messo Shen Peilan agli arresti domiciliari di fatto, sorvegliando la sua casa a Maqiao 24 ore su 24. Shen ha presentato petizioni e lanciato una campagna per denunciare per corruzione e chiederne la rimozione di 8 alti funzionari municipali di Shanghai tra cui il procuratore distrettuale, il capo dell’ufficio indagini presso la Corte Suprema del Popolo e il presidente dell’Assemblea nazionale del popolo di Shanghai. La donna è stata arrestata circa 100 volte da quando, nel 2000, ha cominciato a presentare petizioni per difendere circa 3mila famiglie di Shanghai cacciate da casa per realizzare la grandiosa Expò mondiale del 2010.
La Cina da anni afferma tolleranza zero verso i funzionari corrotti, ma non accetta che i cittadini denuncino fatti di corruzione.
Questa ondata di arresti sta però anche facendo crescere il malcontento e la protesta, come dimostra lo scontro esploso il 13 aprile nella città di Jiuting, municipalità di Shanghai, dopo che un gruppo di funzionari pubblici ha pestato e lasciato a terra ferito un migrante, dopo una banale lite per ragioni di traffico. Pare che il migrante, rialzatosi, si sia messo a urlare in strada, chiedendo giustizia. In breve tempo si sono radunati circa duemila passanti che per protesta hanno bloccato il traffico. Per 8 ore ci sono stati blocchi e scontri con la polizia, con danni a numerosi veicoli della polizia, feriti e l’arresto di almeno 10 dimostranti.